Progetto comune di ricerca

Relazioni a lunga distanza tra Egeo Settentrionale e Caucaso meridionale durante l'antica età del Bronzo

Responsabili di progetto
Massimo Cultraro, Goderdzi Narimanishvili
Accordo
GEORGIA - SRNSF - Shota Rustaveli National Science Foundation
Bando
CNR/SRNSF 2014-2015
Dipartimento
Scienze umane e sociali, patrimonio culturale
Area tematica
Scienze umane e sociali, patrimonio culturale
Stato del progetto
Nuovo

Proposta di ricerca

Nell'ultimo ventennio l'esplorazione sistematica di alcuni importanti siti preistorici in Georgia, in particolare nell'altopiano di Tsalka , ha contribuito all'acquisizione di un ampio e inatteso potenziale informativo per ricostruire i principali aspetti delle comunità locali nel corso dell'età del Bronzo e il sistema di relazioni con le coeve culture extra-caucasiche. Uno dei risultati di maggiore rilevanza è stato quello di aver identificato, negli aspetti della cultura materiale del gruppo Kura-Araxes nel Caucaso meridionale (fine IV - inizi III millennio a.C. in date calibrate), alcuni elementi allogeni che dimostrano una proiezione di queste comunità non solo verso la Mesopotamia settentrionale (evidenza per l'altro già acquisita in letteratura), quanto inaspettatamente verso altri mondi culturali, quali l'Anatolia e l'Egeo settentrionale. Nello specifico, le comunità caucasiche del gruppo Kura-Araxes presentano strette relazioni con il mondo mesopotamico che è responsabile dell'introduzione, nel territorio georgiano, di nuovi aspetti culturali, quali l'impiego del mattone crudo nell'edilizia pubblica e privata, l'uso di un sistema amministrativo fondato sui sigilli in pietra, ma anche di profonde trasformazioni nel contesto simbolico e religioso, quali l'introduzione delle figurine antropomorfe e dei modellini fittili di edifici di culto.
Nella letteratura paletnologica georgiana, che solo dopo il crollo del blocco sovietico fa la prima pallida apparizione in Europa attraverso una buona editoria in lingua tedesca, altri aspetti indicati come 'esotici' sono stati rilevati nel gruppo culturale di Trialeti, strettamente legato alle più antiche manifestazioni della c.d. 'cultura dei Kurgan' di matrice indoeuropea, ma ancora oggi restano privi di una soddisfacente collocazione culturale.
Un riesame di queste evidenze, tuttavia, porta in maniera insospettata verso il mondo egeo-anatolico, dove sembrano trovarsi i migliori confronti.
Questa ricostruzione, che attende di essere verificata attraverso un esame autoptico dei materiali conservati nelle principali collezioni museali della Georgia, se letta nella prospettiva degli studi egei, in realtà troverebbe una propria validità. Infatti, le più recenti indagini archeometallurgiche su manufatti in bronzo dai siti di Poliochni nell'isola di Lemnos, e di Thermi a Lesbos, sembrano confermare, su base di indagini sugli isotopi del piombo (Lead Isotope Analysis LIA), che al rame anatolico si univa stagno proveniente dalle regioni orientali del Caucaso meridionale (Velikent nel Daghestan).
Anni addietro era stato lo stesso L. Bernabò Brea, nell'edizione del sito di Poliochni, uno dei fiori all'occhiello delle missioni archeologiche italiane in Grecia, a riconoscere in alcune asce ad occhio in bronzo una possibile matrice caucasica, dal momento che il tipo non risulterebbe presente nel panorama tipologico della produzione egea degli inizi del III millennio a.C.
Il discorso può essere spinto ben oltre perché sempre da Lemnos, ma con una ampia carte di distribuzione che interessa Troia IIa, Thermi e altri siti della Tracia, è documentata una varietà di vaso chiuso decorato con due spirali a rilievo, che trova precisi paralleli in una classe di olle attestate nel repertorio caucasico del gruppo di Kura-Araxes.
Il fine del presente progetto è quello di impostare la problematica dei rapporti tra il mondo egeo-anatolico e il Caucaso meridionale nel corso dell'età del Bronzo antico all'interno di un quadro multi-direzionale, che tenga in considerazione l'esame di differenti classi di manufatti (produzione ceramica; metallurgia; artigianato dei metalli nobili), ma anche la questione del sistema di trasmissione di specifiche tecnologie, quali quella della composizione di manufatti nella lega rame-stagno.
Nel caso della ceramica occorre selezionare quelle fogge che nel mondo egeo sono ritenute 'allogene' e di ricondurle al patrimonio tipologico delle coeve culture transcaucasiche. Illuminate in tal senso, oltre il caso delle olle a doppia spirale menzionate in precedenza, è il caso delle strette affinità, a livello di repertorio vascolare e di aspetti morfotecnici, tra la classe Black Burnished di Poliochni del Periodo Nero e Blu (3200-2800 a.C.) e quella coeva nota come Black or Red-Black del Caucaso meridionale.
Nell'ambito della metallurgia dei metalli nobili è opportuno richiamare due esempi. Il primo è gruppo di diademi in lamina aurea e in argento con ricche decorazioni a sbalzo, alcune con motivi figurati, che proviene dalle Cicladi (Paros e Syros) e per lungo tempo rimasto isolato nell'ambito della più antica metallurgia nell'Egeo insulare. Il confronto con diademi simili dalla necropoli a tumulo di Kvatskheli, Caucaso meridionale, dove si ritrova il medesimo sistema di decorazione con uccelli e cerchi radiali, apre nuove ed inaspettate prospettive di ricerca. Il secondo caso è offerto da un calice in lamina d'argento da Trialeti, decorato con una complessa scena figurativa nella quale, insieme ad elementi di tradizione anatolica riconducibili all'Old Assyrian Colony Art è possibile rintracciare aspetti di matrice egea.
Questa rete di relazioni necessita di essere meglio indagata e ricondotta alla definizione di fenomeni macrostorici più ampi, quali la nascita - pressoché contemporanea nell'Egeo settentrionale e nel Caucaso meridionale - dei primi insediamenti 'protourbani', che si distinguono per le vaste dimensioni, per la presenza di imponenti opere fortificate e per la razionale suddivisione tra spazi abitativi e zone di carattere pubblico. In una prospettiva più ampia, le relazioni a lunga distanza tra le comunità del Caucaso meridionale e la regione egeo-anatolica andrebbero collocate all'interno della cornice di quello che viene definito 'fenomeno transcaucasico', quando a partire dalla fine del IV millennio a.C. si registra un massiccio movimento di gruppi nomadico-pastorali verso le regioni meridionali della fascia euro-asiatica.

Obiettivi della ricerca

Alla luce dello stato dell'arte delle tematiche esposte, lo studio del sistema di interrelazioni su vasta scala tra il mondo caucasico e l'area egeo-anatolica tra la fine del IV e gli inizi del III millennio a.C. deve tener presente i seguenti filoni di ricerca:
1) indagine sistematica, nella cultura materiale dei gruppi di Kura-Araxes e di Trialeti, di quegli elementi ritenuti di matrice 'allogena', non solo in termini di manufatti di probabile importazione, quanto di prodotti in alcun modo riconducibili sul piano tecnico-morfologico agli aspetti artigianali locali.
2) Classificazione di questi manufatti e comparazione con quelli provenienti dall'area egeo-anatolica;
3) Analisi dei manufatti metallici dei gruppi culturali di Kura-Araxes e di Trialeti, e comparazione tra le tabelle delle analisi archeometriche mediante LIA dei manufatti caucasici con quelli dall'Egeo settentrionale.
4) Studio dei manufatti in lamina aurea dalla collezione del Museo Nazionale di Tblisi e confronti, a livello morfologico e tecnologico, con la più antica lavorazione dell'oro in Egeo.
5) Definizione delle componenti del 'fenomeno protourbano' nelle due aree a confronto attraverso lo studio comparato dell'organizzazione spaziale degli insediamenti, della costruzione di opere fortificate e della pianificazione dell'area insediativa in settori pubblici (piazze con pozzi collettivi; edifici per l'immagazzinamento; luoghi di culto) e privati (organizzazione planimetrica delle residenze private).

Ultimo aggiornamento: 22/05/2025