Progetto comune di ricerca

History of Peace-building: peaceful relations between East and West (11th - 15th century).

Responsabili di progetto
Luciano Gallinari, Ali Ahmed Mohamed El-sayed
Accordo
EGITTO - ASRT - Academy of Scientific Research and Technology
Bando
CNR-ASRT 2016-2017
Dipartimento
Scienze umane e sociali, patrimonio culturale
Area tematica
Scienze umane e sociali, patrimonio culturale
Stato del progetto
Nuovo

Proposta di ricerca

Mediante lo studio di fonti documentarie e narrative - pubbliche e private, europee e islamiche - il progetto propone di esaminare natura, quantità e qualità delle relazioni pacifiche tra Cristiani e Musulmani dalla Penisola Iberica al Levante tra XI e XV secolo, quando il contatto con l'Altro infedele e, in particolare, musulmano poneva spesso problemi di comunicazione e comprensione più che per difficoltà linguistiche soprattutto per la diversità di codici culturali e religiosi. Problemi acuiti dall'eventualità che l'eccessiva vicinanza a loro avrebbe potuto innescare sospetti e accuse di maurofilia per i Cristiani. Inoltre, la mancanza di dati sistematici ha creato l'immagine di una integrazione apparentemente difficile e alimentato dubbi circa l'acculturazione dei Cristiani residenti in terre musulmane o che volontariamente erano in contatto con loro. Ciononostante, molti più Cristiani di quanto si creda vissero in terre islamiche e furono scelti da loro diverse autorità come ambasciatori presso le istituzioni cristiane, per favorire maggiore coinvolgimento e predisposizione degli Occidentali per le richieste islamiche; e per mostrare con chiarezza la familiarità di questa tipologia di Cristiani con le autorità musulmane, superiore a quella della maggioranza dei loro sudditi.
La scelta dell'arco cronologico e dell'area geografica è dovuta ai forti legami - dinastici, politici, economici e culturali lato sensu - che unirono tutti i protagonisti occidentali della sponda settentrionale del Mediterraneo, nonostante tutte le differenze tra loro che si ritrovano nelle diverse declinazioni dei loro rapporti con i Musulmani e, nella fattispecie del Progetto, con l'Egitto.
La finalità iniziale del progetto è di analizzare i tentativi e le modalità di pacifica convivenza a diversi livelli. Si esaminerà l'ambiente mercantile cristiano presente nei fondachi in tutto il Mediterraneo islamico, uno dei più adatti per i contatti degli Europei con le culture musulmana ed ebrea. Numerose fonti europee testimoniano che già dall'XI secolo i mercanti cristiani attivi nei numerosi funduq presenti nei Paesi islamici erano buoni conoscitori delle realtà in cui vivevano, non solo per le informazioni di natura commerciale o politica che potevano diffondere in Occidente, ma anche per quelle su tradizioni e cultura dei luoghi di residenza.
Come dimostrano le fonti, mercanti italiani prima e Catalani poi stabilirono relazioni commerciali con il califfato d'Egitto poiché potevano acquistarvi a prezzo inferiore che negli stessi porti latini di San Giovanni d'Acri e Tripoli le spezie (enormi quantità di pepe, diverse varietà di zenzero e zucchero, cannella, lacca, legno brasile, allume ecc.). Relazioni commerciali - ma non solo -che durarono secoli fino a ben oltre il XV secolo e che consentono di cogliere in filigrana le differenze nei rapporti tra i singoli "stati" cristiani e i Musulmani - nei diversi Paesi islamici ma anche nelle comunità musulmane al proprio interno - i grandi cambiamenti politici che si verificarono in questi secoli nel Mediterraneo: dal lato europeo e da quello islamico.
Una simile attenzione potrà essere dedicata in parallelo alle reti commerciali ebraiche tra l'Egitto, la Sicilia e la Penisola iberica, ulteriore strumento di circolazione di idee e saperi.
Non verrà trascurata l'analisi dei rapporti tra Cristiani e Musulmani a livello delle istituzioni degli "Stati" europei e delle loro controparti islamiche. Una particolare attenzione sarà dedicata alle relazioni di diversa natura con l'Egitto, partner di questo Accordo, e alla figura dell'imperatore Federico II di Hohenstaufen (1194-1250), considerato una figura paradigmatica per diversi aspetti di queste relazioni con il mondo musulmano e, in special misura, con i sultani Ayyubidi suoi contemporanei e per la sua personale interpretazione del concetto di Crociata, che pure ebbe alcuni risultati positivi - grazie anche ai rapporti personali tra i protagonisti delle lunghe trattative diplomatiche - che, seppure limitati nel tempo a differenza delle contemporanee iniziative occidentali esclusivamente militari, portarono a una condivisione fra Cristiani e Musulmani della comune città santa di Gerusalemme. Federico II tentò di realizzare una pragmatica realpolitik che contemplasse anche una possibile convivenza pacifica tra Cristiani e Musulmani. L'Imperatore e le sue iniziative politiche e culturali verranno analizzati congiuntamente dai due gruppi di ricerca, mediante l'analisi delle fonti documentarie e narrative - orientali e occidentali - per confutare alcuni stereotipi ancora vigenti sui suoi rapporti personali e politici con Musulmani ed Ebrei che hanno contribuito non poco a una sorta di alone leggendario che avvolge Federico II e la sua epoca. Anche il suo uso della negoziazione con i Musulmani in Oriente e della forza militare in Sicilia sarà riesaminato nel dettaglio, anche nell'ottica dell'attuale stagione di forte conflittualità con il mondo musulmano.
Si analizzeranno scuole palatine e centri di traduzione - e il loro ruolo di diffusore di conoscenza e cultura nel continente europeo avuto dal mondo Musulmano tra XI e XII secolo anche in momenti di contrapposizione politica e militare - e i fenomeni di conversione religiosa, pregni di indicatori culturali e di riflessi politici nei rapporti tra Islam e Cristianità.
Una seconda finalità, non meno rilevante della prima, mira alla riflessione sul tema degli scambi pacifici tra Cristiani e Musulmani, in ambiti accademici e anche al loro esterno, mediante attività di disseminazione in scuole e società civile con due obiettivi: relativizzare e smentire molti stereotipi ancora diffusi sui rapporti cristiano-musulmani; individuare quei momenti storici di convivenza pacifica come esempi di buone pratiche su cui riflettere, alla luce dell'attualità che propone invece una crescente conflittualità tra Occidentali e Musulmani, celando quasi esempi positivi di convivenza e accoglienza.

Obiettivi della ricerca

Aggiornare la storiografia sulle relazioni tra Cristiani e Musulmani nel Medioevo, mediante nuove ricerche documentarie e riletture transdisciplinari proprie delle scienze sociali delle fonti già edite;

o Diffondere risultati delle ricerche delle due unità di ricerca mediante seminari e pubblicazioni, che potranno essere ospitate nella Collana monografica e nella Rivista digitale "RiME" del'ISEM e in analoghe sedi egiziane;

o Disseminare i risultati delle ricerche con due attività: 1) elaborazione di contenuti storici per giochi di ruolo, digitali e non. 2) progettazione di Laboratori didattici per le scuole italiane ed egiziane. Questo contributo scientifico del Progetto può essere importante nella lotta contro lo stereotipo culturale delle attuali relazioni tra Occidentali e Islamici, per il coinvolgimento di un numero sempre crescente di giovani utenti di risorse digitali in tutto il Mondo. Recenti ricerche hanno dimostrato che l'industria dei videogiochi trasferisce gli stereotipi della società contemporanea nelle pratiche di videogames, sia per quanto riguarda le immagini degli Occidentali sia per quelle degli immigrati di razza non bianca.

Queste attività si inseriscono sulla scia di iniziative della Banca Mondiale, dell'Alto Commissario per i rifugiati e delle associazioni umanitarie di beneficenza che cercano di indirizzare gli standard dei videogiochi industriali verso finalità educative e civiche, usandoli per proporre modelli diversi di convivenza.

Ultimo aggiornamento: 01/07/2025