Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali (IPCB)

Descrizione

L' Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali (IPCB) viene costituito il 28 Febbraio 2014 dall'accorpamento dell' Istituto di Chimica e Tecnologia dei Polimeri (ICTP) e l'Istituto dei Materiali Compositi e Biomedici (IMCB) includendo le rispettive Sedi Secondarie e afferisce al Dipartimento di Scienze Chimiche e Tecnologie dei Materiali (DSCTM). La sede principale dell'Istituto è situata a Pozzuoli mentre le sedi secondarie sono a Napoli/Portici, Catania, Lecco e, un'unità di ricerca presso terzi, a Lecce all'Università del Salento. L'IPCB con 112 dipendenti (84 ricercatore e tecnologi, 28 tecnici ed amministrativi, post-docs e PhD students, 25 associati) è il più grande istituto Italiano che implementa attività di ricerca sui polimeri, materiali compositi e relative tecnologie avanzate che sono organizzate in tre principali piattaforme di ricerca quali Sostenibilità, Materiali Avanzati, Salute e Nanomedicina.

E' importante riprendere le origini dell'IPCB, circa 50 anni di attività, perché esse rappresentano il punto di partenza ed allo stesso tempo di arrivo dell'Istituto dei Polimeri Compositi e Biomateriali (IPCB)
Il 10 Giugno 1968, il CNR, nel ristrutturare il "Centro Nazionale di Chimica delle Macromolecole"(CNCM), decreta la nascita a Napoli del "Laboratorio di Ricerche su Tecnologia dei Polimeri e Reologia" TPR), che, di fatto, inizia la sua attività, a partire dal 1969. Alla creazione del LTPR contribuiscono personalità di grande spicco del mondo della ricerca scientifica napoletana quali il Prof. Paolo Corradini, uno dei principali collaboratori del Premio Nobel Prof. Giulio Natta, il Prof. Alfonso Maria Liquori ed il Prof. Giovanni Astarita.
Il LTPR ha sede, insieme ad altri tre istituti del CNR, ad Arco Felice (Na). Di fatto questo insieme di istituti rappresenta il primo caso in Italia di "area della ricerca".
Tra le linee guida del nascente Istituto è individuato lo sviluppo di competenze nel campo della scienza e della tecnologia dei polimeri.
Questo concetto viene recepito dall'allora Comitato per le Scienze Chimiche e dagli organi deliberanti del CNR, come traspare dagli obiettivi primari sanciti dallo Statuto:
"...correlare la struttura chimica, la struttura fisica e la morfologia dei materiali polimerici con proprietà termodinamiche, termiche, meccaniche e reologiche, al fine di definire un "sistema di relazioni tra proprietà e struttura dei materiali polimerici" e quindi sviluppare una serie di studi tendenti al miglioramento di proprietà tecnologiche ed applicative dei materiali polimerici".
Nell'individuazione delle tematiche di ricerca si dovette, all'epoca, necessariamente tenere in debita considerazione il fatto che alla costituzione del LTPR contribuirono due scuole, una di tipo chimico, facente capo all'Istituto Chimico della Facoltà di Scienze dell'Università "Federico II" e l'altra di estrazione ingegneristica che afferiva all'Istituto di Ingegneria Chimica della Facoltà di Ingegneria dello stesso Ateneo. Questo dualismo trovò conferma nella composizione del primo Consiglio Scientifico (CS). Il Prof. Paolo Corradini fu nominato Presidente del CS. Il Prof. Alberto Ciferri venne chiamato a svolgere le funzioni di Direttore.
In data 20 Dicembre 1979 il Laboratorio di Ricerche su Tecnologia dei Polimeri e Reologia (LTPR) viene trasformato in Istituto (ITPR). Successivamente con provvedimento del 17 dicembre 1993 la denominazione dell'Istituto di Ricerche su Tecnologia dei Polimeri e Reologia viene modificata in: "Istituto di Ricerca e Tecnologia delle Materie Plastiche" (IRTeMP).
Il decreto prevedeva un nuovo Statuto con una ridefinizione del piano di ricerca e degli obiettivi che risultavano essere così riformulati:
" ...L'Istituto ha lo scopo di svolgere in modo permanente attività di ricerca programmata nel campo della tecnologia delle materie plastiche in armonia con i piani generali e le direttive del CNR. "
La sede di Catania dell'IPCB nasce nel 1981 con il nome di ICTMP (Istituto di Chimica e Tecnologia dei Materiali Polimerici) diretto inizialmente dal Prof. Giorgio Montaudo. Anche il Prof. Montaudo contribuisce in modo sostanziale allo sviluppo della scienza dei materiali polimeri. Egli può essere annoverato insieme ai Corradini, Astarita, Liguori tra i padri fondatori della scuola macromolecolare italiana che ha avuto un suo epicentro nel Sud Italia, contribuendo alla sua ascesa negli anni 60/90. Nell'ottobre del 2002, ICTMP e IRTEMP confluiscono in un unico Istituto: ICTP (Istituto di Chimica e Tecnologia dei Polimeri).
L'IMCB è ufficialmente attivo dal 12 Ottobre 2001 ; infatti nell'ambito del processo di riordino dell 'Ente, il CNR accorpa l'Istituto per la Tecnologia dei Materiali Compositi (ITMC) di Napoli ed il Centro di Studi sui Materiali Macromolecolari Polifasici e Biocompatibili di Pisa. La sede dell'Istituto è Napoli mentre Pisa e Trento (creata nell'anno 2012) ne rappresentavano due UOS.
L'Istituto per la Tecnologia dei Materiali Compositi (ITMC), nasceva da una forte esigenza di coordinare esperienze e conoscenze nel settore dei materiali avanzati, svolgendo le proprie attività in stretta sinergia con il Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e della Produzione (DIMP) dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II", presso cui ha avuto la sede. Le competenze consolidate presso il DIMP hanno fornito un fertile substrato culturale su cui costituire il nucleo di partenza dell'ITMC per lo sviluppo di tematiche innovative ed originali rispetto ad altre attività preesistenti in ambito CNR. Una su tutte è la scienza e tecnologia dei materiali compositi, che per oltre vent'anni ha rappresentato un autentica eccellenza nella ricerca italiana proiettandola ai vertici internazionali di settori strategici quali l'aerospazio, l'automotive e salute.
Il successivo accorpamento con la UOS di Pisa ha arricchito le competenze dell'Istituto consolidandone ulteriormente la valenza scientifica, per le tematiche di ricerca trattate, in campo nazionale ed internazionale. Infine la creazione dell'UOS di Trento nel dicembre 2012 definiva l'esigenza di maturare attività di interesse del CNR , dell'Università di Trento e del substrato industriale locale.