Focus

Lo splicing alternativo che nutre il tumore

Un gruppo di ricerca dell'Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IGM) di Pavia guidato da Claudia Ghigna, sostenuto dall'AIRC-Associazione italiana per la ricerca contro il cancro e in collaborazione con il gruppo di Ugo Cavallaro dello IEO di Milano, ha scoperto che nei vasi sanguigni del tumore ovarico, una delle cause più comuni di morte per cancro nella popolazione femminile tra i 50 e i 69 anni, viene prodotta una nuova variante delle proteina L1, a cui è stato dato il nome di L1-deltaTM, attraverso un meccanismo di "taglia e cuci" noto come splicing alternativo. A guidare la macchina di splicing nel formare la proteina L1-deltaTM è il fattore NOVA2, che si credeva presente esclusivamente nel cervello, ma che in realtà il gruppo della Dott.ssa Ghigna ha dimostrato essere espresso anche nelle cellule dei vasi sanguigni. NOVA2 ha un'espressione alterata nei vasi sanguigni del tumore ovarico mentre è assente o è espresso a bassi livelli nei vasi sanguigni dei tessuti sani. Un altro aspetto importante della ricerca è che, a differenza della forma classica della proteina, L1-deltaTM non si trova sulla superficie dei vasi tumorali, ma viene rilasciata direttamente nel circolo sanguigno e può agire sulle cellule adiacenti attivando la formazione di nuovi vasi. Questo processo, noto come angiogenesi, sostiene la progressione della neoplasia, in quanto fornisce alle cellule tumorali ossigeno e altre sostanze nutritive indispensabili per la loro crescita e una via di fuga per formare metastasi in altri organi.
Lo studio appena pubblicato sulla rivista scientifica eLife può essere utile per chiarire processi fondamentali che sostengono la crescita del tumore, ma anche per aprire nuove prospettive in campo clinico: L1-deltaTM potrebbe essere sfruttabile sia come marcatore non invasivo dell'angiogenesi tumorale sia come nuovo bersaglio terapeutico.