Sedi storiche e di particolare interesse

Base artica ‘Dirigibile Italia’

Base artica ‘Dirigibile Italia’A Ny-Ålesund, nell’arcipelago norvegese di Spitzbergen (isole Svalbard, Circolo Polare Artico), il Cnr gestisce dal 1997 la Stazione ‘Dirigibile Italia’, un vero e proprio ‘laboratorio a cielo aperto’ che ospita tutto l’anno ricercatori impegnati in studi che spaziano dalla chimica e fisica dell’atmosfera alla biologia marina, dall’oceanografia agli studi ambientali, alla biologia, alla medicina e altro ancora.

Le attività di ricerca sono coordinate da Polarnet, l’Unità di Supporto all’attività Polare del Dipartimento sistema Terra e tecnologie per l’ambiente (Dta) del Cnr. La base supporta numerosi progetti di ricerca nazionali e internazionali, ed è un punto di riferimento per la presenza italiana nel Consiglio Artico.

Collocata in uno dei punti più a nord del pianeta, la Stazione si trova nella Baia del Re, dove partirono, nel 1926 e nel 1928, i dirigibili delle spedizioni di Roald Amundsen e di Umberto Nobile. Oltre al complesso di laboratori e uffici, l’infrastruttura che comprende l’Amundsen-Nobile Climate Change Tower, una torre per studi climatologici e per lo studio dei processi atmosferici a basse quote.

Il Cnr, inoltre, fa parte dell’International User Group del Laboratorio Marino di Ny-Ålesund, una struttura di ricerca della Kings Bay AS - inaugurata nel giugno del 2005 –per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina, della fisiologia, della biochimica e delle scienze fisiche.

Documentario 'Comprendere e mitigare l'Amplificatore Artico'

Documentario ‘A nord di Capo Nord’

 

 

Stazioni antartiche ‘Mario Zucchelli’ e ‘Base Concordia’

Stazione ‘Mario Zucchelli’ In Antartide il Cnr partecipa al Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), programma che coinvolge diverse strutture di ricerca nazionali e che ha il suo punto di riferimento più significativo nella Stazione ‘Mario Zucchelli’ (ex Stazione Terra Nova), una estesa base di ricerca situata a Baia Terra Nova sul Mare di Ross, sulle sponde del Continente ghiacciato (74°41'42"S, 164°07'23"E, Gerlache Inlett, Victoria Land).

L’intera infrastruttura occupa una superficie di oltre 7000 m2 ed è utilizzata per studi e ricerche che riguardano una vastissima gamma di tematiche scientifiche: raggi cosmici e monitoraggio ambientale, geodesia/topografia, osservazioni geomagnetiche, glaciologia, biologia delle popolazioni umane, osservazioni ionosferiche e aurorali, meteorologia, biologia marina e del territorio, geologia, geofisica e sismologia, e altro ancora.

La Base permette di operare lungo il Mare di Ross, sulla Terra Vittoria e all’interno del plateau Antartico fino all’altra stazione italiana, Concordia. Quest’ultima è una stazione di ricerca Italo-francese costruita nel 2005 sul Plateau Antartico (75°6′0″S, 123°20′0″E) e gestita congiuntamente da PNRA e IPEV (Institut polaire français Paul Émile Victor).

Base Concordia

Tra cielo e terraLa Base Concordia si trova a 3233 metri sopra il livello del mare sul terzo promontorio più alto del continente Antartico: Dome C, uno dei luoghi più freddi e inospitali del Pianeta. Aperta tutto l’anno, è la quarta stazione di ricerca permanente sul plateau Antartico insieme a Belgrano II (Argentina), Vostok (Russia) e Amundsen-Scott (Stati Uniti). E’ considerata un sito ottimale per portare avanti osservazioni astronomiche ad alta precisione e per poter osservare la variabilità del clima nel corso di diversi cicli di glaciazione.

Video "Tra cielo e terra: panorami dell’Antartide"

L'antico Arsenale di Venezia sede dell'Istituto di scienze marineArsenale di Venezia

L’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr) è uno tra gli istituti dell’Ente più diffusi sul territorio in ben sette sedi tra le quali quella di Venezia. La sede veneziana conta su un gruppo di ricerca multidisciplinare e su una struttura di grande prestigio all’interno dell’arsenale, un’area di archeologia industriale che ospita anche altre istituzioni di ricerca marina.
A Venezia si studia innanzitutto l’evoluzione storica del territorio costiero per capire gli impatti antropici recenti ma anche del passato, si effettuano ricerche sulla morfologia del fondo oltre che studi oceanografici per la misura delle correnti e di modellistica e predizione sia della circolazione della laguna e della sua interazione con il bacino, sia delle acque alte. La laguna di Venezia può contare su una struttura unica, la piattaforma oceanografica ‘Acqua Alta’, posizionata a circa 15 km dalla linea di costa su un fondale di 16 metri e caratterizzata da uno sviluppo in altezza di 12 metri sopra il livello del mare.
La piattaforma, installata nel 1970 a seguito della catastrofica alluvione che si abbatté su Venezia nel novembre del 1966, è una struttura unica nel suo genere, in grado di fornire dati sullo stato di salute del mare oltre che della laguna: consente di registrare in automatico parametri metereologici quali temperatura, umidità, pressione, direzione e velocità dei venti; campioni delle piogge e delle polveri presenti in atmosfera vengono raccolti per misurarne gli inquinanti, i nutrienti e il tasso di acidità. I dati raccolti sono visibili sul sito dell’Istituto dove è possibile anche osservare le immagini registrate dalle cinque webcam della piattaforma.

Venezia, la laguna e l’Ismar Cnr (video web tv Cnr)

 

 

L'Osservatorio Italiano sul Clima “Ottavio Vittori”  Laboratorio ‘Piramide’

Infrastruttura di ricerca gestita dall'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Cnt. È l'unica stazione di alta montagna per la ricerca atmosferica sia a Sud delle Alpi che nel bacino del Po e rappresenta una piattaforma strategica per lo studio delle caratteristiche chimico-fisiche e della climatologia del bacino del Sud Europa e del Nord Mediterraneo.  L'Osservatorio fa parte della Stazione GAW-WMO "Monte Cimone" (GAW ID: CMN), l'unica tra le 31 stazioni globali del programma Global Atmospheric Watch (GAW) della World Meteorological Organization (WMO ) presente sul territorio italiano e nel bacino del Mediterraneo.

 Le attività di ricerca sono iniziate nel 1991 mentre dal 1996 vengono effettuati continui monitoraggi di composti climalteranti, gas in traccia e aerosol, radiazione solare e parametri meteorologici. Nel corso degli anni sono state ospitate anche campagne archiviate presso questa ricerca infrastruttura nel quadro di diversi progetti dell'UE.

Le attività di misura svolte presso l'Osservatorio aiutano a monitorare meglio i cambiamenti della composizione atmosferica, a indagare i processi che influenzano il clima ea valutare il contributo dei trasporti di massa d'aria a corto e lungo raggio alla variabilità atmosferica. I dati dell'Osservatorio vengono utilizzati anche per calibrare e verificare i dati dai satelliti e simulazioni di modelli.

L'Osservatorio Italiano sul Clima “Ottavio Vittori” 

L’atmosfera sotto l’occhio del Cimone  (video Web Tv Cnr)

Il sentiero dell’atmosfera sul Monte Cimone (video Sky Tg24)

 

Ex tonnara di Capo Granitola (Trapani)

Sulla costa Sud Siciliana,nel Comune di Campobello di Mazara, è ospitata un’Unità operativa dell'Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (Ias) del Cnr, all'interno di una vecchia Tonnara ristrutturata.

Il complesso –articolato su un ettaro di superficie, di cui 1100 mq per uffici e laboratori- è sorto dal recupero e valorizzazione della più importante tonnara fissa della provincia di Trapani (Tonnara Tre Fontane), posta nel più antico sito di pesca del tonno, noto sin dall'inizio del XVII secolo. La storia ‘ufficiale’ della tonnara ha inizio nel tardo Ottocento, epoca in cui il barone Adragna di Trapani ottenne in concessione, con decreto del Ministero della Marina, una porzione di mare per calare gli ordigni da pesca e di costa per realizzare il ‘marfaraggio’, cioè la struttura deputata ad accogliere le relative attrezzature. E' probabile che in loco si effettuasse anche la salagione delle eccedenze di tonno pescato.

L’unità Ias-Cnr di Capo Granitola svolge attività di ricerca e formazione principalmente nel campo dell'oceanografia interdisciplinare, dell'ecologia e biologia della pesca. In questo contesto, particolare importanza hanno le attività nell'acustica marina applicata e nell'ecologia e bioacustica dei cetacei.

Grazie alla posizione centrale nel bacino Mediterraneo e al ricorso a sofisticate tecnologie ICT, è un punto di riferimento per l'osservazione a mesoscala dei fenomeni che caratterizzano il Canale di Sicilia e per lo sviluppo di una coesione euro-mediterranea fondata sulla sostenibilità dei processi e sull'economia della conoscenza: in tal senso sono già attive numerose collaborazioni con enti ed istituzioni del bacino Mediterraneo e di Stati europei e non.

Parte delle attività è dedicata alla promozione di azioni di formazione, di diffusione della cultura scientifica e animazione territoriale anche attraverso un forte legame con le imprese del territorio, che nell'Istituto trovano stimoli e supporto per lo sviluppo di innovazione tecnologica.

Ex tonnara di Capo Granitola (Trapani)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capo Granitola, un luogo sospeso tra lo spazio e il tempo

 

Villa ‘De Marchi’ di Verbania Pallanza

Marco De MarchiNel 1938 Villa De Marchi di Pallanza, di proprietà di Marco De Marchi, naturalista, filantropo e collezionista, venne donata dalla vedova signora Rosa Curioni De Marchi allo Stato per essere trasformata in un centro di ricerca dedicato allo studio della fisica, chimica e biologia degli organismi delle acque interne. Nacque così l’Istituto italiano di idrobiologia, diventato parte del Cnr nel 1977 e nel 2002 -a seguito di un'ampia riorganizzazione e acquisizione di altri tre sedi a Sesto Fiorentino, Pisa e Sassari- rinominato Istituto per lo studio degli ecosistemi (Ise).

Si tratta di una delle più antiche stazioni limnologiche in tutta Europa, che in oltre 75 anni, attraversando la ‘storia’ del nostro Paese, ha ospitato i più famosi ricercatori nei diversi settori di studi legati all'acqua. Tra questi, Edgardo Baldi, direttore dell'Istituto durante la guerra, che fu in grado di mantenere attiva la struttura non solo garantendo i fondi necessari, ma anche invitando e nascondendo ricercatori che, a causa delle loro idee politiche, correvano il rischio di essere deportati. O ancora Luigi Luca Cavalli-Sforza e il suo geniale maestro Adriano Buzzati Traverso; Vittorio e Livia Pirocchi Tonolli che diressero l'Istituto dopo la guerra, rispettivamente fino agli anni '70 e ’80, dimostrandosi veri e propri filantropi della scienza investendo molti fondi personali a sostegno della ricerca presso l'Istituto, e molti altri.

Oggi la sede Ise-Cnr di Verbania conta circa quaranta unità di personale tra ricercatori, tecnici e personale amministrativo, che si dedicano alla ricerca di base e applicata spaziando dall’ecologia delle acque dolci alla limnologia, dalla teoria ecologica agli studi sulle deposizioni atmosferiche. L’attività di ricerca si è progressivamente allargata a numerosi ambienti, dai laghi subalpini italiani ai laghi laziali, fino agli ecosistemi estremi quali l'Himalaya, l'Artico, l'Antartide, la Patagonia, con l’obiettivo di comprendere problemi irrisolti legati all’antropizzazione e ai cambiamenti climatici.

Brochure "Storia della sede di Pallanza"

 

Istituto Talassografico di Taranto

Nel 1914 veniva istituito a Taranto il ‘Regio Laboratorio Demaniale’ di Biologia Marina’, la più antica istituzione di ricerca scientifica della Puglia, con compiti di ispettorato tecnico e supporto scientifico alle attività di molluschicoltura, espressione di un’economia e di una cultura locale che fonda le proprie radici nella prima metà del XVIII secolo.

Dallo sviluppo di quel laboratorio, situato sulle rive del Mar Piccolo, sotto l’opera incessante e determinata del suo fondatore, il prof. Attilio Cerruti, in seguito sarebbe nato l’Istituto Sperimentale Talassografico di Taranto, oggi  sede secondaria dell’Istituto di ricerca sulle acque (Irsa) del Cnr.

La storia del Talassografico ha inevitabilmente incrociato quella della città di Taranto del ‘900 e del nuovo millennio, mantenendo alta la sua attenzione verso un contesto territoriale che negli anni ha visto una radicale trasformazione del proprio sistema socio-economico, passando da un’economia basata sullo sfruttamento delle risorse del mare e della terra a una realtà fortemente industrializzata.

Oggi, l’attività scientifica dell’Istituto riguarda le scienze del mare con particolare riguardo alla gestione Integrata e sostenibile della fascia costiera, allo studio dei fenomeni di inquinamento, sia di tipo chimico che microbiologico, dei processi di ripristino ambientale, dell’analisi di rischio chimico-ecologico, dell’ecologia marina e biodiversità, delle problematiche legate all’introduzione di specie aliene, delle biotecnologie e tecnologie innovative in molluschicoltura.

Il contributo scientifico dell’Istituto Talassografico è stato celebrato in occasione del convegno ‘Il Talassografico "Attilio Cerruti" di Taranto. 1914-2014 Cento anni di ricerca sul mare’.

Sede di Taranto (cnr.it)

http://www.archividellascienza.org/it/storia/item/mar-piccolo-e-mar-grande.html

http://www.archividellascienza.org/it/storia/item/attilio-cerruti

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 26/04/2021