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Presentato il libro 'Diversamente sano: liberi di essere folli' al carcere di Catanzaro

27/04/2018

Antonio Cerasa, presentazione 'Diversamente sano' in carcere
Antonio Cerasa, presentazione 'Diversamente sano' in carcere

Si continua a leggere, nel carcere di Siano: nel pomeriggio del 19 aprile questo posto è ancora una volta l’insolita location di un incontro letterario, quello per la presentazione del libro 'Diversamente sano - Liberi di essere folli' di Antonio Cerasa, neuroscienziato e ricercatore presso l’Ibfm-Cnr di Catanzaro. 

L'iniziativa riguarda il percorso comune del corso di laurea in Sociologia dell’Università Magna Grecia e della Casa Circondariale di Catanzaro.

Gli allievi della facoltà di Sociologia dell’Università Magna Grecia di Catanzaro e alcuni giovani laureati hanno assistito ad un’originale lezione nella sala teatro del carcere. Qui, insieme ai detenuti iscritti allo stesso corso di laurea e a quelli che frequentano il laboratorio di lettura e scrittura creativa, portato avanti nel carcere di Siano dal professor Nicola Siciliani De Cumis e alle due volontarie Giorgia Gargano e Ilaria Tirinato, ha avuto luogo questa iniziativa, volta a favorire gli spunti di riflessione su temi sociali.

L’argomento del testo, pubblicato dalla casa editrice Hoepli nel 2018, si adatta bene ad essere discusso in questo contesto, perché riguarda principalmente il malessere diffuso in una società in cui nessuno è soddisfatto della propria esistenza: i disturbi mentali crescono e cambiano rapidamente e la linea di confine che separa le persone sane da quelle malate è sempre più incerta.

Come raggiungere l’egosintonia, cioè la realizzazione di comportamenti in armonia con l’immagine che il soggetto ha di sé? Come farlo in un contesto carcerario?

Lo scopo del libro è descrivere alcune fra le più strane e nuove malattie della mente, quali l’ortoressia, la sindrome di Pollyanna, l’incontinenza emotiva, le dipendenze da Internet e affettive, le fobie sociali, nella nuova prospettiva della psicologia positiva.

Il testo va alla ricerca di un luogo in cui normalità, psicopatologia e malattia psichiatrica si possano incontrare. E magari possano iniziare un dialogo.

Particolarmente significativa, alla fine, la richiesta da parte dei detenuti, di affidare proprio alle voci degli studenti la lettura dei loro elaborati, che raccontano come il carcere possa essere una fucina di patologie ossessivo-compulsive, di ansie che sfociano spesso in vere e proprie manifestazioni di fobie, ma che queste ansie possono essere gradualmente controllate, anche grazie all’osservazione ed alla comprensione dell’altro. Si osserva il compagno di cella che pulisce ossessivamente tutto, quello che ha paura di mangiare le patate, quello che è convinto che i suoi reclami siano rigettati per dispetto. E si osservano anche i piccoli cambiamenti, i tentativi di contenere queste fobie.

Per informazioni:
Antonio Cerasa
Ibfm-Cnr
antonio.cerasa76@gmail.com

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