27/11/2018
Martedì 27 novembre si è svolta a Roma la presentazione del trattato 'Ta’anit', terzo volume del progetto di traduzione del Talmud babilonese in italiano. Il progetto di traduzione del Talmud è realizzato grazie ad un protocollo di intesa fra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Miur, Cnr e UCEI-CRI: l’opera impegna una taskforce multidisciplinare di oltre 90 tra ricercatori e traduttori; il Cnr, in particolare, ha contribuito sviluppando anche l’innovativo software 'Traduco'. L'evento è stato organizzato in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Pietro Sebastiani, di Sua eminenza Monsignore Guerino Di Tora, del Capo Rabbino di Roma e Presidente del Progetto Talmud Rav Riccardo Di Segni, del Ministro dell’Istruzione dell’università e della ricerca Marco Bussetti, del presidente del Cnr Massimo Inguscio, del presidente UCEI Noemi Di Segni e del Coordinatore della traduzione Rav Gianfranco Di Segni. L’incontro è stato moderato dal direttore del Progetto Talmud, prof.ssa Clelia Piperno.
Di seguito l'intervento del presidente Inguscio:
"Gentilissimi,
è per me un grande onore e piacere partecipare alla presentazione di questo nuovo trattato del Talmud babilonese, il Ta’anit, tradotto in italiano, su invito dell’ambasciatore Pietro Sebastiani nella bellissima sede italiana presso la Santa Sede di Palazzo Borromeo progettato nel 1561 dall'architetto Pirro Ligorio per il papa Pio IV – che ringrazio di cuore - assieme al ministro dell’Istruzione, università e ricerca Marco Bussetti, Gianfranco Di Segni - Coordinatore della traduzione, Noemi Di Segni - Presidente UCEI, Riccardo Di Segni - Rabbino Capo di Roma - Presidente PTTB, Clelia Piperno - Direttore Progetto Talmud. I vostri interventi sono stati bellissimi e per me fonte di ispirazione. Vi ringrazio per l'invito e per avermi chiesto di prendere la parola per un intervento.
Il contributo speciale che il Consiglio nazionale delle ricerche ha messo al servizio del Progetto Traduzione del Talmud Babilonese - grazie alla passione e lavoro di talento dei suoi splendidi ricercatori ricercatrici e tecnici negli ultimi 6 anni - è stato avviato ben prima che io diventassi presidente del Cnr. Voglio pertanto ringraziare il prof. Luciano Maiani, già presidente alla guida dell’Ente, al quale va il merito di aver voluto e deciso la partecipazione dei nostri ricercatori e delle nostre strutture a un’impresa di così significativa valenza culturale scientifica sociale in Italia e a livello internazionale. E, con lui, vorrei ringraziare tutti i colleghi che a tale servizio e progetto di frontiera hanno collaborato e reso possibile.
Vale la pena fare un passo indietro e uno in avanti di futuro visto che nei giorni scorsi abbiamo celebrato con grande gioia i 95 anni di storia e futuro del Cnr alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, dei vicepresidenti di Camera e Senato Mara Carfagna e Ignazio La Russa, del ministro dell’Istruzione dell’università e della ricerca Marco Bussetti, del ministro dell’economia Giovanni Tria, del presidente dell’Accademia nazionale dei Lincei Giorgio Parisi, del capo di stato maggiore della marina ammiraglio Valter Girardelli e altre alte cariche dello Stato e della ricerca. La visione di una scienza a tutto campo guidò Vito Volterra che nel novembre di 95 anni fa, fondò il Consiglio nazionale delle ricerche. Volterra, professore universitario a 23 anni, si oppose con coraggio alle leggi razziali del regime fascista, fu scienziato di fama mondiale, senatore, ispiratore e fondatore del Cnr. Volterra credeva in una società basata sulla scienza e che lo sviluppo economico-industriale del Paese derivasse dalla ricerca. In questa sua visione, Volterra colse tra i primi in Italia e nel mondo il ruolo chiave dell’interdisciplinarietà e della sinergia virtuosa tra università, ricerca pubblica, organismi statali e industria per favorire lo sviluppo nazionale. Nella visione di Volterra i metodi matematici che avevano dato grandi risultati nelle scienze fisiche avrebbero potuto avere lo stesso successo una volta trasportati nei nuovi campi della biologia, dell’economia, delle scienze politico-sociali e oggi nell'informatica intelligente applicata alla traduzione dei libri del Talmud. Il suo fondatore contribuì con le sue intuizioni, insegnamenti e impegno a valorizzare il genio di Enrico Fermi, come nel caso della Calcolatrice Elettronica Pisana che è stata di fatto il primo computer italiano.
Il progetto di traduzione del Talmud Babilonese costituisce, per me in qualità di presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, particolare motivo di orgoglio e soddisfazione. Pochi altri progetti, che hanno visto coinvolto il Cnr, hanno saputo coniugare così sapientemente cultura e innovazione, tecnologia e scienze umane, in un così vasto e delicato processo di inclusione e di condivisione di saperi. Il Talmud Babilonese, un testo fondamentale della cultura ebraica e della culturale universale patrimonio di tutti, è scritto in aramaico antico. Raccoglie insegnamenti su un arco di oltre duemila anni, fino al V-VI secolo dopo Cristo. Tradurlo integralmente, visto che si parla di 5.422 pagine, per la cui comprensione non è sufficiente una semplice lettura, è stato un progetto di ricerca, scienza e cultura di frontiera che coniuga passato presente e futuro. Le traduzioni talmudiche integrali, fino al progetto che ha visto coinvolti tutti noi, erano solo quelle in tedesco, inglese ed ebraico moderno.
Una grande parte del merito va riconosciuta a coloro che il progetto l’hanno concepito e messo in piedi, ovvero il presidente del progetto, rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e la direttrice del progetto, la prof.ssa Clelia Piperno, qui presenti.Un ruolo cruciale è stato svolto del Governo italiano - qui rappresentato dal Ministro Marco Bussetti - che ha creduto fin dal principio nel progetto e l’ha finanziato.
Il progetto ha avuto e continua ad avere riconoscimenti nazionale e internazionale. I risultati sono stati presentati pubblicamente e condivisi in moltissime sedi, culturali, accademiche, scientifiche, istituzionali e politiche. Le più alte cariche dello Stato, anche in virtù della natura governativa del finanziamento che alimenta il progetto, sono state rese partecipi dei risultati conseguiti fin dal principio, così come le cittadinanze e comunità scientifiche nazionale e internazionale, il mondo dei media e della cultura. Al presidente della Repubblica Sergio Mattarella sono stati consegnati i tre volumi ad oggi editi, il primo dei quali nella prestigiosa cornice scientifica dell’Accademia dei Lincei il 5 aprile del 2016. Il 6 dicembre dello scorso anno 2017 il Berakhot, il secondo trattato dell’opera del Talmud, è stato consegnato all’allora presidente del Senato Piero Grasso, durante un evento al quale, come ai Lincei, ho avuto il piacere di partecipare. Mentre lo scorso 23 gennaio 2018 il progetto Talmud è stato presentato e citato per il suo ruolo altamente innovativo e inclusivo dell’uso di nuove tecnologie applicate alla cultura che incoraggia il dialogo interculturale e l’inclusione durante la presentazione alla stampa al Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale della Conferenza Internazionale sulla responsabilità degli Stati, istituzioni e individui nella lotta contro l'antisemitismo nell'area OSCE, nell’ambito della Presidenza italiana OSCE, alla presenza del ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni.
Il progetto ha ampiamente varcato i confini nazionali. Il concetto stesso di traduzione, sul quale poggia l’intero progetto, si presta, di per sé, come ponte naturale tra le nazioni, le culture, le religioni, i saperi. La science diplomacy ha avuto un ruolo chiave nella divulgazione e partecipazione attiva in Europa e nel mondo. Nell’ottobre dello scorso anno il progetto è stato presentato negli Stati Uniti in numerose sedi tra Washington e New York, suscitando un grande interesse. E sempre oltreoceano, il progetto è stato presentato il 28 settembre scorso alle Nazioni Unite come side-event della 73-esima Assemblea Generale, e presentato come ‘best practice dell’uso di nuove tecnologie applicate alla cultura che incoraggia il dialogo interculturale e l’inclusione’.
Vorrei adesso spendere qualche parola sul ruolo strategico che, nel progetto di traduzione del Talmud, ha avuto e continua ad avere il Cnr, che ha investito nel progetto le proprie competenze scientifiche e tecnologiche realizzando lo strumento ‘Traduco’, il cuore digitale del progetto che assiste in ogni fase della traduzione e della stampa del Talmud.
‘Traduco’ è stato sviluppato dal nostro Istituto di linguistica computazionale, a Pisa, guidato dalla direttrice Simonetta Montemagni, e in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e il Collegio Rabbinico Italiano, qui autorevolmente rappresentati da Noemi Di Segni, presidente dell’UCEI, e dal collega del Cnr Gianfranco Di Segni, primo ricercatore presso l’Ibcn Istituto di biologia cellulare e neurobiologia. Fino dalle sue origini, 50 anni fa, l’Istituto di linguistica computazionale ha costituito un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale sull’apporto dell’informatica agli studi umanistici, aprendo nuovi e inesplorati orizzonti di ricerca in diversi settori delle scienze umane. Ciò vale anche nel caso di ‘Traduco’, che raccogliendo l’eredità di un ricco passato si presenta oggi come una piattaforma unica e innovativa che mette a disposizione metodi e tecniche della linguistica computazionale per fare fronte alle sfide poste dalla traduzione di un’opera complessa come il Talmud".
Per informazioni:
Presidenza Cnr
presidenza@cnr.it
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