Il ministro della ricerca Marco Bussetti a Ny Alesund

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ministro bussetti e presidente del cnr massimo inguscio

Il ministro dell’istruzione, università e ricerca Marco Bussetti ha visitato, il 28 e 29 giugno 2019, la stazione di ricerca artica gestita dal Consiglio nazionale delle ricerche ‘Dirigibile Italia’, situata a Ny-Ålesund (Isole Svalbard), nel Circolo Polare Artico. 

Insieme al presidente del Cnr Massimo Inguscio, il ministro ha incontrato i ricercatori e visitato anche le principali infrastrutture di ricerca della cittadella: è stata la prima volta che un ministro della ricerca italiano si è recato presso la base artica.

Perchè fare ricerca in ambiente polare

L’Artico si sta scaldando più rapidamente di ogni altra regione del pianeta, con una drastica riduzione della copertura di ghiacci, soprattutto estivi, che provoca un repentino aumento di temperatura degli strati superficiali dell’oceano artico. La riduzione dell’estensione del ghiaccio marino ha conseguenze importanti non solo sui sistemi naturali ma anche sul sistema economico: apre la strada a nuove rotte commerciali sia dal lato americano -il famoso passaggio a Nordovest che ha ispirato viaggi avventurosi e un tempo irrealizzabili- che da quello siberiano -il passaggio a Nordest che interessa moltissimo le economie asiatiche, da qualche anno già utilizzato ma con ritmi di crescita che si prevedono rapidissimi. L’Artico, quindi, sta diventando sempre più teatro di nuovi scenari strategici ed economici mondiali, e anche l’Italia vuole e può giocare un ruolo di primo piano, con la sua lunga storia di esplorazioni e di ricerca.

 Dal punto di vista scientifico, le regioni polari sono cruciali per la stabilità climatica del pianeta. Oggi, preoccupanti segnali di rapido cambiamento vengono anche dalla Groenlandia, dove nella stagione estiva la calotta di ghiaccio si fonde sia in superficie che alla base, ed è interessata da flusso accelerato verso mare, e dall’Antartide occidentale, dove le calotte di ghiaccio si stanno rapidamente ritirando. Questi processi amplificano gli effetti del già preoccupante riscaldamento globale e si ripercuotono su tutto il pianeta. Lo scioglimento dei ghiacci continentali, inoltre, causa un innalzamento del livello del mare globale a tassi che stanno raggiungendo 0.5 cm all’anno e che favoriscono i processi di erosione costiera ormai diffusi a tutte le latitudini.

Artico e Antartide sono, inoltre, regioni fondamentali per il bilancio energetico planetario, per fornire alla macchina climatica il necessario 'pozzo freddo' in contrapposizione alla sorgente calda equatoriale. La presenza di neve e ghiaccio, in termini termodinamici, assolve un ruolo molto importante, perché fino a quando le superfici in queste regioni sono bianche, per la presenza di ghiaccio e neve, quasi tutta la radiazione solare che le raggiunge viene rimandata verso lo spazio. Ma se i ghiacci si ritirano e le superficie scure di terre emerse e oceani aumentano, aumenta anche l’assorbimento della radiazione da parte delle superfici che contribuiscono ulteriormente al riscaldamento con effetti drammatici sull’ecosistema polare e sul clima dell’intero pianeta.

La presenza del Consiglio nazionale delle ricerche nella regione -in cui l'Ente è stabilmente presente dal 1997, anno di apertura della stazione di ricerca 'Dirigibile Italia'- ha, quindi, lo scopo di svolgere studi sui cambiamenti climatici nel quadro della complessa storia climatica della Terra, i loro effetti sia alle alte che alle medie latitudini, e sperimentare tecnologie innovative nell’ambito della ricerca polare, ad esempio robotica, tecnologie digitali, e sviluppo di strumenti autonomi marini per osservazioni al di sotto del ghiaccio e droni per misure atmosferiche. 

Oltre al coinvolgimento nel Comitato Scientifico per l’Artico (Csa) che ha l’obiettivo di elaborare e gestire il Programma di ricerche in Artico (PRA) per il triennio 2018-2020 al fine di implementare la strategia italiana in quest’area, il Cnr partecipa al Joint Research Center istituto in collaborazione con l'Eni di Lecce -che ha lo scopo di sviluppare studi integrati della criosfera terrestre artica per indagare il rilascio in mare di carbonio organico terrestre e inquinanti in seguito alla fusione del permafrost- ed è tra i membri fondatori di SIOS (Svalbard Integrated Arctic Earth Observing System), un’infrastruttura di ricerca a scala regionale per osservazioni a lungo termine nella regione delle Svalbard con lo scopo di studiare il sistema climatico con il necessario approccio integrato e multi-inter-disciplinare.

Per meglio operare nel campo strategico della ricerca polare, inoltre, il Cnr ha è istituito l'Istituto di Scienze Polari (Cnr-Isp), con l'obiettivo di coordinare e svolgere ricerca in queste aree anche agendo da hub verso la comunità polare di altri Enti e Università italiani.

 

La visita del Ministro Marco Bussetti

La visita del ministro della ricerca Marco Bussetti a Ny-Alesund si è svolta nell'ambito di una missione in Norvegia articolata in varie tappe. Giovedì 27 giugno il ministro ha incontrato, a Oslo, i ricercatori italiani operanti nel Paese in un meeting presso l’Istituto Italiano di Cultura alla presenza dell'Ambasciatore Alberto Colella; quindi il giorno successivo ha raggiunto le isole Svalbard. La visita alla stazione 'Dirigibile Italia' è stata introdotta dal direttore dell'Istituto di scienze polari (Isp) del Cnr Leonardo Langone, e ha compreso sopralluoghi alla Torre Amundsen/Nobile 'Climate Change Tower', in cui sono installati sensori per misure dei parametri fisici dell’atmosfera, e al laboratorio Gruvebadet  per il monitoraggio della composizione chimico-fisica dell’ atmosfera (aerosol, polveri sottili, inquinanti), al pilone di partenza del Dirigibile Italia (con l'occasione il direttore di Cnr-Dta Fabio Trincardi ha illustrato la vicenda di Nobile, di cui si sono celebrati nel 2018 i 90 anni della tragica spedizione al Polo Nord) e al memoriale 'Dirigibile Italia' in cui si è svolta la cerimonia di svelamento di targhe commemorative.

I ricercatori dell'Ente coinvolti in Artico hanno illustrato al ministro e alla delegazione risultati e obiettivi delle ricerche in corso, mostrando i rischi e le problematiche legate al riscaldamento in Artico, che risulta maggiore di quello globale, con una temperatura media che cresce più velocemente che nel resto del pianeta, e nei fiordi più velocemente che nel resto dell’Artico.  

 

Last update: 15/07/2019