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Oggi le leghe a memoria di forma stanno conquistando nuovi spazi di
mercato. Il settore dei dispositivi medicali di NiTi è attualmente uno dei
più dinamici e quello con il più alto tasso di crescita.
Il gruppo di ricerca che opera presso l'Unita' staccata di Lecco da anni e' impegnato nella sintesi e caratterizzazione di materiali metallici a memoria di forma, con particolare attenzione al sistema NiTi e fornisce semilavorati di materiali a memoria di forma per applicazioni nel settore ortopedico.
Nell'ambito di un'intensa collaborazione con il reparto di neurochirurgia
dell'ospedale A. Manzoni di Lecco la ricerca si è focalizzata sullo
sviluppo di soluzioni innovative per la pratica neurochirurgia.
Fissazione cranica
Il gruppo di neurochirurgia dell'Ospedale Manzoni ha sviluppato un
approccio innovativo al problema della ricostruzione cranica basato sulla
ricostruzione virtuale delle parti ossee mancanti e la loro realizzazione
fisica mediante tecniche di prototipazione rapida. Uno dei problemi
nell'applicazione di questo approccio è il fissaggio delle protesi.
L'impiego di materiali a memoria di forma consentirebbe di ridurre tali
tempi rendendo il montaggio più sicuro, rapido ed, eventualmente,
riposizionabile.
La preparazione dei prototipi è stata interamente svolta presso l'Unita' staccata di Lecco, procedendo dalla fusione di nichel e titanio elementari sino all'ottenimento dei semilavorati necessari ed alla formatura degli elementi prototipo. Nell'immagine sono riportate le due forme che hanno fornito i migliori risultati, la prima adatta per il montaggio di elementi che presentino bordi di giunzione svasati (a "becco di flauto"), la seconda per gli elementi a bordi perpendicolari tipici in interventi eseguiti con l'impiego di un craniotomo.
Endoscopia endocranica
Una delle principali difficoltà relative all'impiego dell'endoscopia in
interventi all'interno del cranio è legata alla limitata possibilità di
movimento ed alla necessità di operare su strutture che non ricadano
sull'asse ottico dello strumento. Se il problema della visione è risolto
dall'impiego di ottiche angolate (pensiamo, per esemplificare, al
periscopio di un sommergibile) il posizionamento dello strumentario
chirurgico (pinza, forbice o puntale) nella posizione di interesse rimane
comunque molto difficoltoso. Per ovviare a tale problema è stato proposto
l'impiego di mezzi meccanici in grado di deflettere lo strumento. Questi,
però, presentano alcuni limiti legati all'ingombro ed all'eventualità che
il sistema di leveraggio, nel corso del movimento, possa danneggiare
inavvertitamente organi del paziente non presenti nel campo visivo
dell'operatore.
Si è scelto quindi di operare inserendo nel canale di servizio
dell'endoscopio un tubicino in NiTi pseudoelastico formato all'estremità
in modo da garantire una curvatura preordinata. L'impiego di questo tubo è
assai semplice. Grazie alla pseudoelasticità del NiTi esso può essere
introdotto all'interno del canale dell'endoscopio salvo poi riemergerne
recuperando la sua curvatura iniziale guidando il posizionamento dello
strumento.

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