Nota stampa

L'Isac-Cnr sull'inquinamento nel nord Italia

20/10/2017

Di seguito un commento dei ricercatori dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) Paolo Bonasoni, Stefania Gilardoni, Tony Christian Landi sull'emergenza inquinamento atmosferico in nord Italia.

"La configurazione orografica della Pianura Padana, come sappiamo, favorisce l’accumulo ed il build-up degli inquinanti atmosferici emessi in atmosfera, in particolare in situazioni di blocco anticiclonico, assenza di ventilazione e mancanza di piogge, in grado di 'lavare' l'atmosfera. Nel caso specifico, la subsidenza dovuta al promontorio di alta pressione  favorisce la presenza di una inversione termica in quota che persiste anche nelle ore diurne sull'intero bacino padano. Questa fa sì che valori particolarmente elevati di PM10 sono registrati a bassa quota, ed in modo costante, a partire dal 13/10, mentre a quote più elevate questo non succede, come testimoniano le misure eseguite presso l’Osservatorio Cnr di Monte Cimone. I due sistemi risultano quindi disaccoppiati: una 'coperta' che ricopre la Pianura Padana tenendo confinati sotto di essa gli inquinanti, mentre al di sopra di essa non si ha alcuna contaminazione di quanto avviene in basso. Riguardo questi inquinanti, è estremamente importante ricordare che in pianura Padana le polveri sottili sono costituite prevalentemente da componenti secondarie: le osservazioni sperimentali indicano che più della metà del materiale particolato è di origine secondaria, ossia prodotta in atmosfera da trasformazioni chimiche e fisiche.  Questo succede poiché le condizioni atmosferiche in atto hanno favorito le trasformazioni chimiche con le quali i composti emessi in fase gas da attività antropiche, hanno reagito per formare materiale particolato (PM). Il risultato è un effetto di amplificazione che ha portato ad un numero elevato di superamenti consecutivi del valore limite".

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