30/05/2025
Molte città europee devono ancora compiere passi decisivi per tradurre la pianificazione dell’adattamento climatico in interventi concreti. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change e a cui ha partecipato l’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Imaa), evidenzia che circa il 70% dei piani urbani di adattamento presenta margini di miglioramento in termini di coerenza tra obiettivi e azioni.
La ricerca, condotta da un gruppo internazionale di esperti, tra cui due ricercatrici del Cnr-Imaa, ha analizzato 167 piani locali nei 27 Stati membri dell’UE e nel Regno Unito, valutandone la “congruenza” in cinque ambiti chiave. Tra questi: l’allineamento tra rischi climatici individuati e azioni previste, la capacità di risposta nei diversi settori urbani e l’inclusione delle esigenze dei gruppi socialmente vulnerabili. Lo studio ha, inoltre, esaminato i livelli di partecipazione di questi gruppi alla fase di pianificazione e alla valutazione delle politiche.
Secondo i dati emersi, il 52% dei piani presenta un buon allineamento tra i rischi individuati e le misure proposte, mentre il restante 48% si limita a identificare i rischi ma non dà seguito ad azioni specifiche. Inoltre, nel 49% dei casi, le misure settoriali, in particolare nei settori dell’acqua e dell’ecologia, vengono progettate senza una valutazione approfondita dei rischi del contesto locale.
È fondamentale considerare anche il coinvolgimento delle comunità vulnerabili, risultato efficace in appena l’1% dei piani esaminati. La scarsa inclusione di gruppi come anziani, persone a basso reddito e minoranze etniche evidenzia una limitata attenzione all’equità sociale nelle politiche di adattamento climatico. Questa criticità è più evidente nei piani più recenti delle città dell’Europa orientale, mentre in quelli più datati del Nord Europa e del Regno Unito si riscontra una minore coerenza tra rischi e obiettivi.
Lo studio è stato coordinato dall’Università di Twente (Paesi Bassi) nella persona di Diana Reckien, che ha affermato: “Le città spesso si dotano di piani di adattamento, ma in molti casi questi strumenti risultano parziali o disallineati, soprattutto rispetto alla protezione delle fasce più vulnerabili della popolazione. Una pianificazione non coerente può limitare l’efficacia delle politiche e ridurre la capacità di risposta ai cambiamenti climatici”.
Le ricercatrici del Cnr-Imaa Monica Salvia e Filomena Pietrapertosa, co-autrici dello studio, ricordano che “l’Europa si sta riscaldando a un ritmo doppio rispetto alla media globale e il 75% della popolazione vive in aree urbane esposte a rischi come inondazioni e ondate di calore. Per essere efficaci, i piani devono essere basati su dati solidi, coerenti con i rischi individuati e inclusivi dal punto di vista sociale”.
Le ricercatrici sottolineano l’importanza di rafforzare le fasi di valutazione e partecipazione, con particolare attenzione alle disuguaglianze sociali, per rendere l’adattamento climatico più efficace e condiviso.
Lo studio rientra nelle attività della EURO-LCP Initiative, un’iniziativa di collaborazione volontaria tra ricercatori di varie discipline e provenienti da tutt’Europa che ha l’obiettivo di sviluppare standard comuni per valutare i piani climatici locali e offrire strumenti operativi per sostenere le città nella costruzione di strategie più resilienti ed eque.
Per informazioni:
Filomena Pietrapertosa
Cnr-Imaa
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