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Crioconservazione per la salvaguardia della biodiversità delle specie

La conservazione della biodiversità delle specie vegetali contrasta il rischio di "erosione genetica", cioè il rischio di scomparsa di specie, forme e varietà di piante e, conseguentemente, del patrimonio genetico di cui ogni entità vegetale è depositaria. Si stima che, nel mondo, oltre 9000 specie siano attualmente a rischio di estinzione. Relativamente alle specie arboree, per le quali è frequente il ricorso ad un sempre più limitato numero di cultivar selezionate, l'approccio tradizionale alla salvaguardia ex situ del germoplasma prevede la realizzazione di collezioni clonali (per le specie a propagazione vegetativa) e di banche del seme (per quelle a propagazione gamica). D'altra parte, le collezioni clonali richiedono vaste aree, elevati costi di gestione e non sono scevre dai rischi connessi col diffondersi di gravi fitopatie, mentre la conservazione a lungo termine della semente non è perseguibile in presenza di specie a seme non ortodosso. Una valida e importante alternativa per la salvaguardia della biodiversità delle specie arboree potrebbe pertanto derivare dalla conservazione del germoplasma in azoto liquido (crioconservazione), posto che un ulteriore impulso sia dato allo sviluppo di procedure a basso input tecnologico e di larga applicabilità.
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La crioconservazione consiste nello stoccaggio di organi e tessuti vegetali provenienti da coltura in vitro (gemme, meristemi, embrioni, colture cellulari) alla temperatura dell'azoto in fase liquida (-196°C). Attualmente sono in sperimentazione tecniche criogene finalizzate alla diretta immersione in azoto liquido degli espianti vegetali, con conseguente semplificazione delle procedure e senza il ricorso a costose apparecchiature di crio-refrigerazione. Presupposto di questa tecnologia è la "vitrificazione" degli espianti sottoposti a drastico abbassamento termico che previene la formazione dei cristalli di ghiaccio intracellulari e garantisce il mantenimento dell'integrità e della vitalità dei tessuti durante il processo di ultra-raffreddamento. Avvalendosi di questa tecnologia, presso l'Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree di Firenze sono in corso prove sperimentali su numerose specie da frutto e forestali. Risultati di rilievo sono stati già ottenuti con la crioconservazione di apici gemmari di pioppo bianco (Populus alba; Fig. 1) e susino (Prunus domestica; Fig. 2a), colture embriogeniche di olivo (Olea europaea), ippocastano (Aesculus hippocastanum) e frassino (Fraxinus angustifolia; Fig. 2b), semi poliembrionici di Citrus spp. (Fig. 2c). Attualmente lo studio fruisce di un finanziamento per la "Caratterizzazione del germoplasma di ciliegio toscano ed umbro", nell'ambito del Progetto SCRIGNO, e di un contributo della Regione Veneto, Progetto "Ricerca, conservazione e valorizzazione del germoplasma autoctono di pomacee", in collaborazione con Veneto Agricoltura.
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CNR, Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree, Firenze

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