Focus

Il restauro del Bedestan (Chiesa di S. Nicholas) a Nicosia, Cipro (Luciano Cessari)

Il complesso monumentale del Bedestan è situato nella parte turca del nucleo storico della città di Nicosia, pochi metri a sud della moschea Selimiye, anticamente cattedrale latina di S. Sofia. Deve il suo nome alla funzione di mercato di tessuti e di oggetti preziosi alla quale è stato destinato durante il periodo ottomano (1570-1878) a seguito della trasformazione di una preesistente chiesa cristiana. Il piano di studio e investigazione sullo stato dell'edificio e la progettazione del recupero del monumento è stato affidato all'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali (ITABC) del CNR di Roma, dopo una selezione tra numerosi gruppi europei. L'iniziativa si colloca nel quadro delle attività sostenute dall'ONU con il piano "Rehabilitation of Old Nicosia" realizzato in cooperazione con il Nicosia Master Plan. L'iniziativa, finanziata con fondi europei attraverso il programma "Partnership for the Future", è eseguita dallo United Nations Development Programme(UNDP) e dallo United Nations Office for Project Service (UNOPS).
Il Bedestan si presenta come un caso particolarmente interessante nell'ambito delle problematiche del restauro attuali, singolarmente collocato a metà tra il fabbricato dimesso e la rovina archeologica. Questa sua doppia natura conduce al recupero della funzionalità, in quanto è possibile la reintegrazione sia in termini strutturali che architettonici, ma richiede anche il trattamento preferenziale degli elementi parzialmente ruderizzati, che dovrebbero essere riletti dal visitatore occasionale e magari anche compresi dall'osservatore attento.

Preliminarmente allo sviluppo del progetto è stato condotto un accurato studio diagnostico finalizzato a conoscere e comprendere il monumento e dal quale sono scaturite le operazioni di intervento. Il piano diagnostico comprendeva indagini geotecniche, indagini strumentali sulla struttura, caratterizzazione dei materiali; ma sono state applicate anche prospezioni geofisiche (geoelettriche) sulla pavimentazione dell'edificio per indagare la presenza di murature antiche ormai scomparse. Una rigorosa analisi stratigrafica delle murature ha permesso di chiarire le fasi costruttive del Bedestan sulle quali le fonti storiche erano particolarmente carenti.

Il progetto di consolidamento, finalizzato al recupero della struttura e al miglioramento antisismico, ha previsto interventi volti a ripristinare la continuità della struttura muraria ed incrementare la resistenza delle pareti sollecitate nel piano, tramite opere di cuci e scuci, reintegrazione e ripristino di archi, volte e paramenti murari.Durante il cantiere si è sperimentata per la prima vota una tecnica altamente innovativa che ha preso spunto dalla tradizione dei pendoli in pietra con funzione antisismica, osservate nelle doppie volte delle moschee Timuridi in Iran e in Usbekistan. L'idea, trasferita alla struttura del Bedestan, ha portato alla messa a punto di un pendolo inserito in corrispondenza dell'arcone della navata centrale, nascosto sotto il pavimento e sostenuto da cavi metallici inclinati capaci di contrastare la spinta dell'arco.
In merito alla strategia d'uso stabilita si è ritenuto che l'uso più adatto al monumento sia quello destinato ad attività culturali, di interesse internazionale e anche locale, che possano dare un senso elevato agli elementi frammentari sopravvissuti alla distruzione.

La soluzione proposta per il progetto di riuso e rifunzionalizzazione del complesso architettonico del Bedestan prevede la creazione di due elementi di copertura realizzati con una struttura in legno lamellare e pannelli in lastre di zinco. La struttura principale ha la forma evocativa di una grande vela a geometria variabile, che crea un ambiente di filtro e di accesso al monumento/museo e contemporaneamente serve da protezione agli elementi ruderizzati e archeologici del Bedestan. La scelta di questa vela sul lato meridionale del complesso ha anche una funzione statica poiché contribuisce a contrastare la spinta e l'effetto di ribaltamento presente nel muro meridionale della navata centrale; questa, attualmente a cielo aperto, sarà coperta da una vela più piccola con andamento curvo su direttrice lineare. La scelta formale di tale soluzione risponde all'intento di riconfigurare l'immagine del monumento in una prospettiva funzionale e simbolica.

Vedi anche:

Immagini: