Nell'ambito dei processi di globalizzazione e delle politiche di decentramento in atto nell'ultimo decennio, la riflessione generale sul ruolo dei governi nazionali ha condotto allo sviluppo di nuovi approcci metodologici che superano la concezione gerarchica dello Stato, fondata sul principio dell'autorità. In questa ottica, la moltiplicazione degli attori e dei livelli di negoziazione - internazionale, nazionale e locale - implica un nuovo modello di governo, chiamato governance, basato su strutture organizzate di interazione e di partenariato, che caratterizzano sempre di più le società locali. Se il dibattito su tali tematiche è frequente nei paesi industrializzati, la conoscenza delle strutture e delle strategie di governance nei paesi in via di sviluppo è piuttosto debole. Appare, pertanto, importante valutare nei Paesi Partner del Mediterraneo l'impatto della rete di attori sulla governance ed il ruolo delle istituzioni intermedie nel promuoverne l'efficacia. L'obiettivo generale dello studio consiste nel definire una misura dell'efficacia dei processi di governance attraverso l'analisi di due fenomeni strettamente legati ad un'ampia partecipazione di attori economici, politici e sociali: il sistema e l'organizzazione dei servizi di pubblica utilità, in particolare il settore idrico, e le pratiche locali di diffusione dell'innovazione che implicano un intenso processo di interazione tra i differenti attori. L'analisi di entrambi i fenomeni è filtrata attraverso lo studio dei comportamenti delle istituzioni intermedie, il cui coinvolgimento partecipativo nella definizione e nella realizzazione delle strategie di sviluppo economico è considerato come finalizzato ad accrescere il valore della cooperazione decentrata attraverso le strutture delle collettività locali e la promozione di una governance efficace. In questo senso lo studio si prefigura come base per sollecitare indirizzi di policy rivolti agli organismi governativi nazionali, gli enti locali e le imprese delle due rive del Mediterraneo, coinvolti nella formulazione di politiche di partenariato tese a favorire un co-sviluppo della regione del Mediterraneo mirante alla riduzione degli squilibri esistenti. L'analisi si svolge in forma comparativa tra i tre paesi del Maghreb, Algeria, Tunisia, Marocco, e l'Italia, attraverso studi empirici focalizzati su zone-campione aventi caratteristiche territoriali ed economiche omogenee e sui relativi sistemi produttivi locali. Il progetto, coordinato dalla Dott.ssa Immacolata Caruso, è stato elaborato nell' Aprile 2002; finanziato dall'UE, è divenuto operativo nel 2003, attivando collaborazioni con l'Università del Sannio e l'Università di Roma "Tor Vergata", nonché con l'Università di Tunisi, l'Università di Orano e l'Istituto di Economia Applicata dell'Università di Rabat, facenti capo al Réseau Maghrébin pour l'Intégration de la Science et la Technologie dans le Développement au Maghreb che ha sede nell'Università di Lille.
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