Nell'Antichità classica, la frattura geologica costituita dal Mediterraneo non rappresentava ancora una frattura economica. Le differenze economiche fra le regioni del Mediterraneo non erano forti. Le cose non erano molto cambiate neanche diversi secoli dopo il tramonto della civiltà antica, intorno 1000, quando le civiltà islamiche e quella bizantina rappresentavano le maggiori potenze mediterranee ed europee. La divergenza, e più tardi frattura economica, nel Mediterraneo si verificò in seguito; all'epoca della crescita demografica ed economica medievale.
L'economia dell'Occidente comincia a formarsi proprio a partire da quel periodo.
Fino all'Ottocento, le diverse strade seguite sulle coste nord e sud-est del Mediterraneo, pur delineando una divergenza, non rappresentavano ancora una frattura. Si può ipotizzare, sulla base di indicazioni indirette, che le differenze medie nei redditi fra l'Europa continentale e le sponde sud-orientali non potessero superare il 10-20 per cento. Ma, alla fine dell'Ottocento, la distanza era già del 50 per cento. Alle radici di questo ulteriore e drammatico allontanamento fra Nord e Sud era intervenuto il processo della Crescita Moderna. La divergenza era ormai diventata frattura. Oggi il prodotto pro capite nelle aree settentrionali del Mediterraneo è fra le 5 e le 10 volte superiore rispetto a quello del Sud; con differenze a seconda dei paesi e delle aree prese in considerazione. L'allontanamento è avvenuto negli ultimi 100 anni. E la frattura non riguarda soltanto -come sappiamo- il prodotto pro capite; riguarda anche tutti gli altri aspetti che, associati al prodotto pro capite, costituiscono lo sviluppo. Si tratta delle forme della modernizzazione occidentale che hanno interessato le risorse di tipo immateriale: le conoscenze, le relazioni fra persone e le istituzioni, la cultura e la sanità, le radici, cioè, di quanto oggi costituisce il nucleo dello sviluppo moderno.
L'ISSM cura la pubblicazione di un Rapporto sul Mediterraneo che verrà edito regolarmente nei prossimi anni a cura dell'Istituto (è in corso di stampa il numero zero). Il fine del Rapporto è quello di raccogliere informazioni statistiche sulla realtà economica dei paesi del bacino e di aggiornarle annualmente in modo da fornire una base di dati utile per studiosi e operatori economici. I dati verranno resi disponibili anche nel sito web dell'Istituto. Nel Rapporto verrà affrontato ogni anno un tema centrale della realtà economico-sociale dei paesi del Mediterraneo. E' intenzione dei membri dell'ISSM di raccogliere documentazione statistica anche sulle economie mediterranee del passato (a partire dall'Ottocento e, se possibile, anche da prima) in modo da cogliere il crearsi della divergenza economica fra le diverse sponde.
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