Focus

TRASMISSIONE DELLE CONOSCENZE TECNICHE IN ETA' PREINDUSTRIALE:

La storiografia sulle attività produttive nel medioevo e nella prima età moderna ne ha finora privilegiato gli aspetti economici o ha focalizzato l'attenzione sui processi e procedimenti produttivi e sui manufatti; molto meno sugli attori della produzione, salvo per gli aspetti giuridico-istituzionali relativi alle corporazioni artigiane.
In molte città italiane, al di là della specifica stratificazione sociale, esiste uno strato culturale intermedio tra dotti/scienziati e analfabeti, strato cui appartengono i tecnici o "pratici" addetti alla produzione. Lontani dalla cultura dotta - esclusivamente teorica e trasmessa attraverso libri scritti normalmente in latino - i pratici sono accomunati dall'uso del volgare e spesso del disegno, dall'adozione generalizzata di una scrittura detta non a caso "mercantesca" e da una trasmissione delle conoscenze realizzata attraverso l'esperienza - a partire dall'apprendistato - ma non puramente affidata all'oralità. Esiste una specifica modalità concettuale attraverso la quale i pratici elaborano le esperienze, modalità che si può indicare nel procedimento analogico.
Episodici contatti tra la cultura dotta e quella dei pratici sono eccezioni, e ci sfuggono in genere le eventuali conseguenze e ripercussioni sul mondo della produzione.
In queste condizioni storiche, appare fondamentale ricostruire le sequenze di esperienze professionali attribuibili a singoli maestri artigiani (e non solo ai più celebrati professionalmente ma al maggior numero possibile), nonché la consistenza e la durata nel tempo di parentele o di sequenze maestro/apprendista.
Per la Repubblica di Genova è in via di costruzione una banca dati relativa ad addetti alla cantieristica - maestri d'ascia, calafati, tagliatori di legnami, ferrai, fonditori di rame, cordai, ecc. - che conta finora oltre 2000 nominativi relativi ai secoli XV-XVIII.