Focus

Giambattista Vico e le sue opere

Il progetto di un'edizione critica nazionale delle opere di Giambattista Vico fu formulata la prima volta nel 1972, all'interno del II volume del "Bollettino del Centro di Studi Vichiani", da Pietro Piovani.
Il progetto, che richiede un notevole sforzo pluridisciplinare, nasce dalla necessità di riprendere in mano l'opus del Vico e sganciarlo dalla tradizione ecdotica inaugurata da Benedetto Croce e Fausto Nicolini, con l'impegno di far confluire metodo filologico e filosofico all'interno di un unico itinerario.
Benedetto Croce aveva di fatto cominciato nel 1904, con la sua prima redazione della Bibliografia vichiana l'inesauribile raccolta e la pubblicazione di carte e documenti vichiani; impresa nella quale dal 1911 si affiancò anche Fausto Nicolini. La fatica di Croce e Nicolini aveva condizionato e diretto la lettura di Vico delle ultime generazioni, aveva abituato i lettori a una grafia completamente ammodernata, a una punteggiatura assolutamente comprensibile, a un carattere unico che non prevedesse diversificazioni, e aveva soprattutto mirato a offrire un Vico di possibile lettura.
Quel che caratterizza l'attuale modalità di approccio al testo vichiano, e quel che ne denuncia il carattere di novità, consiste nell'utilizzare come testimone di edizione l'originale. Il confronto con Nicolini è relegato in un secondo livello del lavoro; cosa che fino a qualche decennio fa sarebbe stata giudicata impensabile come premessa.
Il "Bollettino del Centro di Studi Vichiani" ha avuto e continua ad avere la funzione di serbatoio di materiali preparatori delle singole edizioni e di nucleo centrale attorno al quale la collaborazione degli studiosi vichiani permette lo scambio di informazioni ed opinioni, nonchè emendazioni ed integrazioni, sui lavori in corso, come anche per la segnalazione di nuovi ritrovamenti.
I criteri generali di edizione sono quelli usati correntemente dalle maggiori edizione critiche, ma la generalizzazione dell'adozione è resa impossibile dal rispetto della specificità di ogni singola opera e dei problemi da questa presentati: i testi sono sempre preceduti dalla descrizione del manoscritto o manoscritti e dei testi a stampa utilizzati per la collazione delle varianti o per ricostruire criticamente il testo definitivo; viene sempre anteposta un'introduzione che rende conto delle scelte operate, della tradizione del testo e di ogni descrizione; l'apparato critico, collocato al fondo della pagina, comprende l'apparato di fonti - che sono sempre quelle esplicite -, l'apparato relativo alla forma del testo ed eventuali annotazioni del curatore, mentre le note di commentario trovano posto alla fine del testo; la forma grafica è stata pressochè sempre rispettata, così come la punteggiatura e le suddivisioni interne al testo; le appendici comprendono tutti i testi che possono servire d'appoggio diretto o indiretto all'edizione ma non ne possono essere compresi.
L'edizione critica delle opere di Giambattista Vico a cura del Centro di Studi Vichiani, della quale è stata allestita una pagina web specifica (http://www.csv.cnr.it), è al centro di una serie di iniziative di incontro e dibattito delle quali il Centro si è fatto promotore, e fornisce altresì i testi base sui quali vengono tradotte in lingua straniera le opere di G.Vico, come ad esempio Le orazioni inaugurali pubblicate per la Cornell University Press nel 1993.
Il piano generale del