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IREA-CNR contribuisce alla creazione di una infrastruttura di dati spaziali (SDI) europea secondo INSPIRE

Nel corso delle sue ricerche l'IREA produce molti dati relativi al territorio e ai suoi cambiamenti monitorati nel tempo: dalla copertura nevosa all'estensione dei ghiacciai sull'arco alpino, dell'inquinamento delle acque dei laghi prealpini fino alla diffusione delle aree bruciate nei parchi italiani. Si tratta di informazioni geografiche spesso prodotte nell'ambito di progetti di ricerca condotti in collaborazione con responsabili della gestione del territorio (amministrazioni pubbliche, ministeri, enti locali per la protezione ambientale, ecc.) per i quali costituiscono un supporto indispensabile per il proprio lavoro. Eppure tali dati potrebbero interessare ed essere utili anche ad altri soggetti (studenti o altri ricercatori, organismi di protezione e prevenzione ambientale, imprese, media, o singoli cittadini) che non ne sono a conoscenza o non vi hanno accesso, limitando, in un certo senso, le potenziali ricadute delle stesse ricerche. Per questo da alcuni anni l'IREA sta conducendo, parallelamente alle proprie attività, alcune ricerche miranti alla realizzazione di strumenti innovativi per rendere disponibili presso un sempre più vasto pubblico i dati geografici prodotti nel corso delle sue ricerche.
La spinta in verità viene dall'Europa, dove da anni si sta lavorando a strumenti per conoscere la disponibilità dei dati territoriali prodotti in ambito europeo e per facilitare il loro accesso/scambio: questo il compito affidato alla Infrastruttura di Dati Spaziali (SDI - Spatial Data Infrastructure) europea. Analogamente a una efficiente rete stradale, che permette a persone e merci di viaggiare in tutto il continente utilizzando vie di facile accesso e rispettando norme di viabilità comuni, la creazione di una SDI europea mira a rendere possibile la circolazione dei dati geografici provenienti da varie fonti, rimuovendo le barriere tecnologiche e di altro tipo che ne ostacolano lo scambio. Si pensi ad esempio ai diversi formati (documenti di testo, mappe, immagini, ecc.) in cui a volte i dati su un territorio sono prodotti, o alle diverse piattaforme informatiche su cui essi sono disponibili.
Con la pubblicazione della Direttiva INSPIRE (2007/2/EC, 14 marzo 2007) del Parlamento e del Consiglio Europeo, la costruzione della SDI Europea è entrata in una fase operativa, sull'onda anche di un forte sforzo di investimenti da parte della Commissione Europea. In sintonia con tale Direttiva, dunque, da alcuni anni le ricercatrici e i ricercatori dell'IREA-CNR lavorano alla costruzione di una propria SDI tematica all'interno di due progetti co-finanziati dalla Commissione Europea, AWARE (http://www.aware-eu.info) e IDE Univers (http://www.ideunivers.eu), che producono una grande quantità dati territoriali.
L'infrastruttura è stata realizzata con strumenti non proprietari, in ambienti operativi diversi (Linux e MS Windows) proprio per testarne l'operatività in sistemi eterogenei. I servizi Web realizzati seguono gli standard OGC (Open Geospatial Consortium) e permettono diverse funzioni. Innanzitutto un servizio di catalogo (CSW - Web Catalog Service) consente di scoprire i dati presenti interrogandone i metadati (cioè tutte le informazioni che descrivono quel dato) e che attualmente sono circa 850: si possono per esempio conoscere tutti i dati messi a disposizione dall'IREA nel 2007 riguardanti la Lombardia. I servizi di Web Map Service (WMS) e Web Feature Service (WFS) consentono poi di visualizzare le immagini e mappe prodotte nelle varie ricerche e ricavarne informazioni; si tratta in questo caso di una collezione di dati che riguarda soprattutto l'Italia Settentrionale. La SDI dell'IREA contiene anche alcuni strumenti di elaborazione dei dati spaziali, in particolare un modulo per il calcolo delle portate dei fiumi a partire da dati metereologici e mappe di copertura nevosa (figura 1), che sono disponibili sotto forma di Web Processing Service standard (WPS).
Tutti questi servizi possono essere acceduti in Internet e resi operativi da un geoportale offerto da IREA (http://geoportal.irea.cnr.it:8080/geoportal/local_it.jsp) (figura 2). Tuttavia, conformemente alla filosofia dell'infrastruttura, qualsiasi punto di accesso che segua le medesime regole di standardizzazione può accedere ai servizi IREA: così le mappe sulle aree bruciate nei Parchi Nazionali italiani possono essere visualizzate in modo del tutto integrato anche dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero dell'Ambiente; le mappe sull'estensione dei ghiacciai lombardi si possono esplorare dal sito del Joint Research Center di Ispra; o ancora, il servizio che calcola la portata delle acque in un bacino montano può lavorare con mappe ricevute da altre SDI presenti in altri centri distribuiti in Europa.
Si tratta di un sostanziale cambio di prospettiva, un'apertura a dati e servizi che potrebbe avere influenze fondamentali sulle pratiche (finora un po' asfittiche e localistiche) di trattamento dell'informazione geografica. Una prospettiva che però rivela ancora delle difficoltà di applicazione pratica: è necessario infatti un know how scientifico e tecnologico e una consolidata esperienza in campo informatico per riuscire oggi a realizzare e implementare una SDI secondo la Direttiva INSPIRE. Il successo dell'iniziativa va quindi supportato creando strumenti più maturi, sostenendo le azioni sperimentali, valutando costi e punti deboli. Il contributo dell'IREA va esattamente in questa direzione, mirando a creare un nucleo di dati reali, eterogenei e di alta qualità che possono essere utilizzati per migliorare le soluzioni presenti, e nello stesso tempo a diffondere l'esperienza e le conoscenze acquisite a Centri di ricerca, Università e altri soggetti pubblici e privati interessati a creare SDI con dati geografici prodotti durante le proprie attività.

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