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Memory - La narrazione come pratica di attivazione

Il Progetto Memory è una ricerca/intervento realizzata nell'Anno Europeo dell'Invecchiamento Attivo (decisione 940/2011/EU), promossa e finanziata dall'Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Napoli. La ricerca ruota intorno al seguente interrogativo: come possono essere attivi gli anziani istituzionalizzati e non autosufficienti? A partire da tale interrogativo il progetto, dal punto di vista teorico, presenta la narrazione (Demetrio 1995, 2008) come "luogo" dell'attivazione soggettiva. Rilegge perciò la narrazione attraverso il paradigma degli studi sulla pratica (Bruni, Gherardi 2007, Gherardi 2008) interpretandola come attività pratica, mediata da corpo, oggetti, artefatti, linguaggio e regole, e proponendola come unità d'analisi per lo studio dell'attivazione come agire pratico. Ne discende quindi una proposta metodologica per studiare la narrazione quale pratica di attivazione. Attivazione è da tempo diventata una parola chiave nella programmazione delle politiche sociali. Da più parti si sostiene la necessità di innovare le politiche sociali sforzandosi di promuovere le capacità di empowerment dei cittadini.
Il progetto Memory suggerisce che tale innovazione può anche passare attraverso lo sviluppo di un sapere narrativo (Bruner 1986). Propone quindi una chiave teorica utile per ampliare lo spazio semantico del concetto di attivazione, rendendolo usabile in moltissimi ambiti e giustificando nuove modalità di intervento nel settore delle politiche sociali. L'intento è produrre conoscenza per chi fa le politiche sociali, riportando in primo piano la centralità del soggetto attraverso l'analisi dei processi di attivazione.
Il progetto utilizza un approccio di ricerca dinamico, il paradigma dei Mobile Methods (2011), che permette di teorizzare il mondo sociale come una vasta gamma di pratiche economiche, sociali e politiche. È stato dunque adottato un approccio etnografico che prevedeva la partecipazione dei ricercatori alle attività del laboratorio narrativo implementato in una residenza sanitaria per anziani. Alle attività hanno partecipato sedici donne di età compresa tra i 65-91 anni con ridotte capacità motorie.
Nell'ambito del laboratorio narrativo, dal punto di vista empirico, ci si è posti l'obiettivo di indurre la narrazione come antidoto ai processi di spersonalizzazione che frequentemente si verificano in simili strutture. Con l'ausilio di sollecitatori, uditivi e tattili le donne anziane sono state infatti invitate a ricordare eventi personali. Immagini colorate, foto personali, musica e vari oggetti di uso quotidiano sono stati utilizzati dall'équipe per fare "attività insieme" e provocare il processo rievocativo.