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Risorse umane per la ricerca

Il processo di formazione, preparazione e utilizzo del capitale umano è cruciale per l'avanzamento delle conoscenze. Come e quando formare le competenze ed impiegare le risorse? Come cambia la domanda di nuove professionalità e quali sono le implicazioni per la formazione alla R&S? L'Istituto ed in particolare la Sezione Risorse umane e società della conoscenza, sollecitato dal dibattito internazionale e nell'ambito dello svolgimento dei compiti istituzionali di rappresentanza italiana presso l'OCSE, ha avviato un'attività di ricerca dalla quale emerge che il processo di formazione delle competenze per la ricerca, che trova le sue basi essenziali nell'università, fa registrare al livello quantitativo un incremento del potenziale del Paese. La consistenza del numero di risorse umane ad alta qualificazione, ed in particolare di laureati, è infatti un indicatore preso a misura di un ipotizzabile indice di creazione di nuova conoscenza.
In Italia nell'anno accademico 2002-03 il numero complessivo di studenti universitari era di 1.765.418 (di cui 981.386 studentesse). Nel 2002 i laureati erano 198.000, di cui 112.000 donne. Le immatricolazioni all'Università sono cresciute ininterrottamente dal '60 fino alla metà degli anni '90, quando si é verificata una diminuzione significativa. Il trend delle nuove iscrizioni riprende a salire nei primi anni del nuovo millennio, anche per effetto dell'introduzione dei nuovi ordinamenti universitari. A fronte di questi dati però va registrata sul fronte dell'occupazione una situazione niente affatto favorevole.
L'accrescersi della richiesta di personale ad alta qualificazione è presente nel quadro internazionale ma fa registrare un'espansione più lenta dell'occupazione di S&T nel settore pubblico rispetto a quello privato. La natura dell'occupazione scientifica sta cambiando, anche per effetto delle diverse modalità di finanziamento della ricerca. La quota di occupazione temporanea è aumentata, in parte a causa delle contrazioni nei bilanci pubblici ed in parte per il ricorso più frequente ai finanziamenti per progetto che si traduce in un'offerta di sola occupazione a termine e in una permanenza molto maggiore nelle fasce iniziali di carriera.
L'Istituto ha promosso un'indagine su questo fenomeno per analizzare le tendenze in atto ed ottenere un quadro conoscitivo aggiornato e dettagliato.
Dalle attività di ricerca in corso emerge che la gestione delle risorse umane per la S&T si pone in un quadro complesso i cui fattori di contesto riguardano: la scarsità generale delle risorse; l'autonomia per gli enti di ricerca e le università; l'internazionalizzazione o almeno europeizzazione della politica scientifica; i problemi di reclutamento del personale, in particolare dei giovani, da indirizzare alle carriere scientifiche. la progressiva sostituzione nelle università e negli enti pubblici delle risorse interne con quelle esterne e quindi l'espansione delle fonti di finanziamento eterodirette.