Crescenti evidenze sperimentali suggeriscono che fattori genetici giochino un importante ruolo nella vulnerabilità alle tossicodipendenze. I modelli genetici animali forniscono un valido strumento per studiare in che modo i fattori genetici determinano una differente sensibilità alle proprietà di rinforzo e alle proprietà di indurre dipendenza delle sostanze d'abuso. Tra i modelli genetici animali impiegati in tali tipi di studio ci sono i ratti inbred Fischer 344 e Lewis che hanno una differente sensibilità ai farmaci d'abuso come pure allo stress. Lo scopo di tale ricerca è quello di identificare eventuali differenze neurochimiche a livello del sistema dopaminergico mesolimbico, noto essere implicato nella mediazione degli effetti di rinforzo e motivazionali dei farmaci d'abuso. Attraverso l'impiego della tecnica della microdialisi cerebrale si è osservato che i ratti Lewis, che notoriamente sono quelli più sensibili alle proprietà gratificanti delle sostanze d'abuso in paradigmi di auto-somministrazione e conditioned place preference, appaiono avere un sistema dopaminergico mesolimbico più responsivo alla proprietà delle sostanze d'abuso di incrementare i livelli extracellulari di dopamina a livello del nucleo accumbens (shell e core) rispetto ai ratti Fischer 344 (Cadoni and Di Chiara, 2007). E' stato interessante osservare in particolare che i ratti Lewis mostrano una responsività della trasmissione dopaminergica nel core del nucleo accumbens paragonabile a quella di ratti outbred sensibilizzati alle sostanze d'abuso (morfina, cocaina, amfetamina e nicotina). Sono attualmente in corso studi volti a chiarire gli effetti di esposizioni croniche a queste sostanze d'abuso per identificare eventuali differenze con i ratti outbred.
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