Nuovi Vettori non Virali in Terapia Genica
Le competenze maturate su aggregati di molecole anfifile come micelle e liposomi hanno consentito di iniziare, in collaborazione con altri gruppi europei, un programma di ricerca sulla preparazione di nuovi vettori lipidici per la complessazione e la veicolazione di materiale genetico in terapia genica. Il programma prevede: a) la preparazione di nuove molecole anfifile cationiche da usare nella preparazione di formulazioni liposomiche in miscela con lipidi naturali; b) la caratterizzazione morfologica, chimico-fisica e biologica dei liposomi otttenuti e dei loro complessi con il DNA. La correlazione tra le caratteristiche chimico fisiche e quelle biologiche consentirà di progettare vettori specifici ed efficienti. I risultati preliminari sono incoraggianti.
Molte malattie sono la conseguenza di un difetto nel DNA. Alcuni geni difettosi chiamati oncogeni provocano la proliferazione incontrollata dei tumori; geni difettosi danno origine ad una proteina difettosa e/o alla sua rapida degradazione; alcuni geni possono non essere trascritti. Storicamente, si è intervenuti sintomaticamente sulle patologie di origine genetica, piuttosto che trattare la loro origine molecolare. La terapia genica somatica, in alternativa al trattamento sintomatico di molte malattie di origine genetica, interviene sulle cause della malattia.
Lo scopo della terapia genica è quello di fornire a cellule specifiche di un paziente l'informazione genetica necessaria a curare la malattia. Ciò si realizza in pratica inserendo nuovi geni nelle cellule umane allo scopo di esprimere la proteina mancante o difettosa, una proteina terapeutica o (nella cura di tumori) una nuova proteina che distrugga le cellule attivando il sistema immunitario o marcando le cellule della lesione per un medicinale. I primi studi sulla terapia genica risalgono al 1990, da allora i progressi sono stati notevoli, ma i risultati ancora inadeguati. Un problema che ha impedito alla terapia genica di diventare una cura per molte malattie è la veicolazione del materiale genetico. Il materiale genetico deve essere infatti trasportato nella cellula in maniera sicura ed efficiente da uno specifico vettore che deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
-specificità per il bersaglio
-non immunogenicità
-alta efficienza di trasfezione
La maggior parte dei protocolli messi a punto è basata su vettori virali. La capacità dei virus di penetrare nelle cellule, replicarsi e infettare le cellule vicine è sfruttata in terapia genica dopo avere eliminato la parte patogena del virus e inserito il gene terapeutico. I vettori virali inducono, però, risposta immunitaria.
Vettori non-virali, quali polimeri o lipidi cationici in grado di complessare il DNA si sono rivelati meno efficienti nella trasfezione, ma sono meno immunogenici, più facili da preparare e più versatili. La versatilità può permettere di superare i problemi legati alla bassa efficienza e alla scarsa specificità per il bersaglio.
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