L'ICEVO, promuove e sviluppa ricerche mirate alla ricostruzione dei circuiti di scambio fra Oriente ed Occidente, in particolare fra l'Egeo, Creta e Cipro da un lato, e l'Italia dall'altro, nel 2° millennio a.C., epoca ben anteriore alla colonizzazione greca. Le indagini, svolte con ampia collaborazione internazionale, si avvalgono di metodologie archeologiche, archeometriche ed informatiche, applicate a materie prime strategiche (metalli) o di prestigio (avorio), nonché a manufatti di ampia diffusione (ceramica). Si considerano in particolare i documenti archeologici provenienti dal Mediterraneo orientale rinvenuti sul territorio italiano e quelli provenienti dalle aree italiane rinvenuti nell'Egeo, a Creta e a Cipro.
Fra le materie prime quelle maggiormente ricercate e scambiate sono il rame e lo stagno, elementi costitutivi del bronzo. I due metalli circolavano sotto forma di lingotti, in particolare nella forma detta "ox-hide" (a pelle di bue), diffusi dall'Anatolia alla Corsica, passando per Cipro, Egitto, Creta, Grecia, Sicilia e Sardegna, che costituiscono un filo conduttore riconoscibile nell'intreccio degli scambi mediterranei a lunga distanza.
Fra i manufatti, i reperti più abbondanti presi in esame sono quelli ceramici, rinvenuti in un centinaio di località distribuite fittamente in Italia peninsulare e nelle isole. Lo studio dei materiali ceramici egeo-micenei e ciprioti rinvenuti in Italia contribuisce anche in modo decisivo alla costruzione di una cronologia comparata in ambito mediterraneo, fondamentale per la determinazione temporale dello svolgimento degli scambi a lunga distanza.
La tecnologia sofisticata con la quale venivano prodotte le ceramiche egeo-micenee (selezione e trattamento della materia prima, uso del tornio veloce, cottura in fornaci ad alta temperatura) si differenzia nettamente dalla tecnologia elementare alla base delle locali produzioni di impasto. Peraltro, la ceramica micenea ha un impatto nettamente visibile anche su alcune produzioni locali italiane e consente di studiare, accanto alla circolazione dei manufatti, anche la trasmissione di tecnologie e la mobilità artigiana.
Parte integrante dello studio di queste classi ceramiche è anche un progetto archeometrico, che ha consentito di stabilire, attraverso quasi un migliaio di analisi chimico-fisiche, le provenienze specifiche delle ceramiche egeo-micenee rinvenute sul territorio italiano, distinguendo chiaramente fra importazioni e imitazioni locali.
I risultati di questa linea di ricerca, che, per sua natura, è comunque sempre da considerare work in progress, sono presentati in numerose pubblicazioni ad opera dei ricercatori dell'Istituto e di collaboratori esterni. Parte integrante di essa sono anche gli archivi specialistici informatizzati. I dati sui manufatti di origine egea e cipriota rinvenuti sul territorio italiano sono contenuti nella base di dati DEDALO, composta di 6 archivi relazionali, contenente dati archeologici, archeometrici, topografici ed ambientali, altrimenti dispersi in pubblicazioni specialistiche o di diffusione locale.
Un archivio analogo, orientato anche verso lo studio tecnologico della metallurgia e la possibile identificazione delle provenienze del metallo, è stato predisposto per la raccolta dei dati relativi ai lingotti di rame.
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