Gli adolescenti con gravi comportamenti antisociali presentano evidenti anomalie cerebrali rispetto ai coetanei che non soffrono di questo disturbo: è quanto emerge da una ricerca recentemente pubblicata sulla rivista internazionale Journal of Child Psychology and Psychiatry. Lo studio è stato condotto dalle Università di Cambridge e Southampton in collaborazione con l'Università Tor Vergata e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
I ricercatori che hanno partecipato allo studio hanno visualizzato, mediante risonanza magnetica, la struttura cerebrale di adolescenti maschi con diagnosi di disturbo della condotta sociale: un grave problema neuropsichiatrico caratterizzato da forte aggressività, uso ripetuto di armi e droghe e comportamenti menzogneri e fraudolenti. La mappa cerebrale prodotta dallo studio mostra che l'intero cervello degli adolescenti con disturbo antisociale, e non solo una regione specifica, presenta diffuse anomalie.
"L'idea alla base dello studio è che le regioni cerebrali che si sviluppano in modo simile abbiano spessori corticali di livello comparabile. Studi precedenti, nostri e di altri gruppi di ricerca, avevano già dimostrato che l'amigdala degli adolescenti con gravi disturbi della condotta sociale presenta anomalie rispetto a quella di soggetti di pari età che non dimostrano tali comportamenti. Tuttavia, ritenevamo troppo semplicistico ricondurre problematiche della condotta così complesse ad anomalie in una singola regione cerebrale, ancorché importante come l'amigdala, e infatti i nostri ultimi dati hanno chiaramente mostrato che il disturbo della condotta sociale coinvolge moltissime regioni del cervello che presentano cambiamenti anatomici di natura complessa e sfaccettata" ha spiegato Luca Passamonti dell'Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del CNR (IBFM-CNR), attualmente in forza all'Università di Cambridge.
Promossa e finanziata dal Wellcome Trust e Medical Research Council nel Regno Unito, la ricerca è stata condotta reclutando 58 adolescenti maschi con disturbo della condotta sociale - di cui 33 nella forma che emerge nella fanciullezza, 25 nella forma che compare durante la fase adolescenziale - e 25 individui non affetti da malattie neuropsichiatriche, di età compresa 16 e 21 anni. I risultati ottenuti sono stati replicati e confermati in un altro campione di 37 individui con disturbo e 32 individui di controllo, tutti maschi di età tra 13 e 18 anni.
"Nello specifico, abbiamo studiato lo sviluppo coordinato di numerose regioni del cervello, prendendo in riferimento in particolare lo spessore della corteccia cerebrale" ha chiarito sempre Passamonti. Esaminando le correlazioni nella corteccia cerebrale, i ricercatori hanno riscontrato che le persone affette dal disturbo nella forma che emerge nella fanciullezza presentavano un numero decisamente elevato di correlazioni rispetto sia ai coetanei privi del disturbo sia ai soggetti affetti dal disturbo nella forma che emerge nell'adolescenza, mentre questi ultimi presentavano un numero di correlazioni nella corteccia cerebrale decisamente inferiore ai soggetti sani. Dalla ricerca sono emerse, in particolare, differenze nell'organizzazione strutturale del cervello tra pazienti con disturbo di condotta antisociale della fanciullezza e dell'adolescenza, ed evidenze di un possibile legame, in entrambi i casi, tra comportamenti antisociali e anomalie nello sviluppo del sistema nervoso.
Anche se resta da stabilire la combinazione di fattori genetici e ambientali alla base delle anomalie osservate, i ricercatori confidano che i risultati ottenuti possano portare allo sviluppo di marcatori oggettivi utili a monitorare in modo preciso l'andamento dei disturbi della condotta sociale e l'efficacia dei trattamenti disponibili.
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