La scala macrosismica ESI 2007, costituita da 12 gradi di intensità, analoghi a quelli delle scale tradizionali, si basa esclusivamente sugli effetti indotti sull'ambiente fisico, quali le fagliazioni superficiali, fenomeni di subsidenza e uplift di natura tettonica, liquefazioni, fratturazione del suolo, fenomeni franosi, variazioni idrologiche e tsunami (Fig.1. table of intensity degreeS).
La scala elaborata grazie alla revisione critica dei dati di un elevato numero di terremoti avvenuti in tutto il mondo (America meridionale, America settentrionale, Asia, Europa , Medioriente) è stata messa a punto da una equipe internazionale, composta da geologi, sismologi ed ingegneri, di cui il gruppo di lavoro italiano, composto da ricercatori del CNR (Eliana Esposito e Sabina Porfido), dell'APAT (Leonello Serva, Valerio Comerci, Luca Guerrieri, Eutizio Vittori), e dell'Università dell'Insubria (Alessandro M. Michetti) è stato il maggiore ispiratore e proponente.
La scala ESI 2007 (http://www.apat.gov.it/site/en-GB/Projects/INQUA_Scale/default.html/), è stata ratificata dall'INQUA (International Union for Quaternary Research) durante il XVII Congress tenutosi a Cairns (Australia) nel 2007 e rientra tra le attività promosse per l'Anno Internazionale del Pianeta Terra.
Lo scopo principale della nuova scala è quello di integrare le scale d'intensità sismica tradizionali che si basano essenzialmente sui danni agli edifici, e sostituirle ove queste ultime non sono in grado di fornire stime d'intensità esaustive, ovvero:
o Per i terremoti con intensità maggiori o uguali al X grado, in quanto la maggior parte degli edifici risulta spesso distrutta, mentre gli effetti sul terreno continuano ad essere presenti ed essere diagnostici.
o In aree scarsamente abitate o deserte, dove gli effetti sulle strutture antropiche sono assenti o comunque radi e la valutazione dell'intensità del terremoto deve necessariamente basarsi sugli effetti sull'ambiente, unici elementi disponibili.
La scala ESI 2007 garantisce la possibilità di valutazioni di intensità più obiettive, comparabili a scala globale, essendo gli effetti ambientali indipendenti da fattori culturali e tecnologici introdotti dall'uomo, consente una migliore conoscenza e valutazione dei terremoti, che può essere utilizzata nel prevenire e mitigare gli effetti da questi causati. Infatti, utilizzando gli effetti indotti sull'ambiente, è possibile una migliore individuazione delle zone sismogenetiche, predisporre più accurate valutazioni nell'ambito delle pianificazioni territoriali a livello locale e regionale, con la prospettiva della riduzione del rischio nello scenario di futuri eventi sismici.
Per ulteriori informazioni:
sabina.porfido@iamc.cnr.it eliana.esposito@iamc.cnr.it
www.apat.gov.it/site/_Files/Inqua/PHOTOGALLERY_APPROVED.pdf.
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