28/03/2002
Secondo uno studio del CNR pubblicato dal
Journal of The American Geriatrics Society ogni anno in Italia si riscontrano 150.000 nuovi casi di demenza tra la popolazione anziana: tra questi 80.000 malati di Alzheimer e 40.000 di demenza vascolare. In mancanza di interventi potrebbero diventare 213.000 l'anno già nel 2020
Ogni anno in Italia si riscontrano 150.000 nuovi casi di demenza tra la popolazione over 65, pari a un'incidenza media dell'1,25%. Una cifra impressionante, ricavata da uno studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche relativo a un campione di 5600 anziani residenti in 8 centri distribuiti su tutto il Paese seguiti per circa un decennio, pubblicato ora dal Journal of The American Geriatrics Society.
Secondo lo studio ILSA (Studio Italiano Longitudinale sull'Invecchiamento) i nuovi casi di Alzheimer sono 80.000 l'anno (con una incidenza media dello 0,66% nella popolazione anziana), quelli di demenza vascolare 40.000 (con una incidenza dello 0,33%), più altre forme meno frequenti di demenza.
"Abbiamo riscontrato - spiegano Antonio Di Carlo e Marzia Baldereschi, i ricercatori del CNR che hanno effettuato questo studio assieme a Domenico Inzitari dell'Università di Firenze - una maggiore incidenza dell'Alzheimer tra le donne rispetto agli uomini (0,9% contro lo 0,4%), mentre nel caso della demenza vascolare si verifica esattamente il contrario, con gli uomini ad essere colpiti più delle donne (0,4% contro lo 0,2%)".
Un quadro preoccupante, che incide pesantemente sul sistema sanitario nazionale e soprattutto sulle famiglie e che rischia di peggiorare ancora: "Se consideriamo l'attuale andamento demografico e il conseguente invecchiamento della popolazione - sottolineano i ricercatori del CNR - possiamo prevedere infatti che nel 2020 i nuovi casi di demenza saliranno a 213.000 l'anno, di cui 113.000 attribuibili all'Alzheimer e 57.000 alla demenza vascolare".
La soluzione a questo problema viene soprattutto dalla ricerca medica, i cui effetti positivi su demenza vascolare e Alzheimer potrebbero contribuire a ridurre il tasso di incidenza dell'1% l'anno, invertendo così la tendenza negativa. Anche l'investimento in formazione può dare il suo contributo, in quanto è dimostrato che un più alto livello d'istruzione ha un effetto protettivo nei confronti del rischio di sviluppare la malattia.
Lo studio è stato condotto nell'ambito del Progetto Finalizzato Invecchiamento del CNR, diretto da Luigi Amaducci e, poi, da Domenico Inzitari, che attualmente prosegue con il Progetto Strategico Biologia dell'Invecchiamento diretto da Pierugo Carbonin con la collaborazione dell'Istituto Superiore Sanità.
La demenza è una patologia altamente invalidante. Quasi tutti i soggetti con demenza presentano disabilità nelle attività quotidiane, e in oltre il 60% dei casi la disabilità è di grado moderato/grave. I dati dello studio ILSA consentono di ottenere una valutazione accurata del peso della demenza sulla società, sui sistemi sanitari e sulle famiglie. Le stime per gli anni a venire sono indispensabili per una corretta programmazione sanitaria in questo settore.
Roma, 28 marzo 2002
Per ulteriori informazioni:
Antonio Di Carlo 339-7188541 055-4223341 dicarlo@mail.area.fi.cnr.it
Marzia Baldereschi 348-7358074 055-4223341
Fonte: Di Carlo A, Baldereschi M, Amaducci L, Lepore V, Bracco L, Maggi S, Bonaiuto S, Perissinotto E, Scarlato G, Farchi G, Inzitari D, for the ILSA Working Group. Incidence of Dementia, Alzheimer's disease and Vascular Dementia in Italy. The ILSA Study. Journal of The American Geriatrics Society 2002; 50:41-48.
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