06/08/2001
E’ uno squalo bianco di circa 6 metri ed è stato avvistato per la prima volta tre giorni fa da un pescatore a circa 20 miglia al largo di Ancona. Da allora sono arrivate molte altre segnalazioni che rischiano di far salire la "febbre da squalo" nell’Adriatico e di rovinare a molti turisti le vacanze.
Una paura del tutto immotivata, secondo gli esperti del CNR, che considerano normale la presenza dello Squalo bianco (Carcharodon carcharias) in Mediterraneo e nell’Adriatico. "Non si tratta ovviamente di casi frequenti – chiarisce Carlo Froglia, biologo marino dell’Istituto di Ricerche sulla Pesca Marittima (IRPEM) del CNR di Ancona – ma neppure eccezionali come si potrebbe pensare: un altro esemplare, di 2 metri, venne catturato al largo di Ancona nel dicembre 1991.
Durante l’estate se ne nota più facilmente la presenza, a causa di molteplici fattori, primi fra tutti il mare più calmo, che ne facilita l’avvistamento, e l’alto numero di diportisti che a bordo di motoscafi e imbarcazioni a vela solcano in lungo e in largo l’Adriatico moltiplicando le probabilità di incontro tra l’uomo e questo pesce.
L’esperto del CNR consiglia naturalmente prudenza, soprattutto a chi a bordo di piccole imbarcazioni si spinge in mezzo all’Adriatico per dedicarsi alla pesca d’altura a tonni ed altri grandi pesci pelagici. "E’ chiaro che occorre usare le opportune precauzioni – precisa Froglia – dal momento che si tratta di un pesce carnivoro di grosse dimensioni (può superare i 6 metri di lunghezza). Ma l’allarmismo è completamente fuori luogo, visto che non siamo in Australia! Non bisogna esagerare con la mitologia: lo squalo trova nel suo habitat le risorse necessarie per sfamarsi e solo eccezionalmente attacca l’uomo. La sua presenza a poche centinaia di metri dalla riva, dove la profondità è inferiore a 10 m, è estremamente improbabile".
Il biologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche mette comunque in guardia dai mitomani o dai colpi di sole: "In questi casi è molto facile che si sviluppi una sorta di psicosi da avvistamento, per poi scoprire che si trattava magari di un innocuo pesce luna, dotato anch’esso di pinna dorsale molto sviluppata, o di un delfino, oppure di uno squalo elefante (Cetorhinus maximus), una specie, che supera facilmente i 5 metri di lunghezza, avvistato e catturato ripetutamente in Adriatico nella scorsa primavera, ma del tutto innocuo, trattandosi di un planctofago che, come le balene, si nutre filtrando grandi volumi d’acqua da cui trattiene gli organismi planctonici aventi dimensioni di meno di un millimetro".
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