18/02/2003
Bresaola con rughetta, pizza marinara con alici, pasta e fagioli, spaghetti alle cozze, insalata di polpo e calamari al pomodoro: le mense aziendali dovrebbero cominciare ad adeguarsi a questi piatti se vogliono contribuire alla lotta contro l'osteoporosi. A lanciare questo suggerimento è il Servizio Prevenzione e Protezione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che ha avviato una campagna di sensibilizzazione nei posti di lavoro sui rischi per la salute collegati ad una dieta non equlibrata.
"E' ormai risaputo - spiega Roberto Volpe, che con Gianluca Sotis ha coordinato l'iniziativa per il CNR - che la dieta mediterranea fa molto bene al cuore; ma un atteggiamento troppo restrittivo verso prodotti ricchi di calcio (come i formaggi) può comportare, a lungo andare, dei problemi a quei soggetti che, come le donne over 50, sono più predisposti all'osteoporosi.
Ma proprio nell'ambito della dieta mediterranea si possono trovare alimenti poveri di grassi ma con un buon contenuto di calcio. Una strategia che il Progetto Promozione e Tutela della Salute del CNR ha cominciato a sperimentare su 250 donne, dipendenti dello stesso ente di ricerca, sottoposte a controlli, tra cui l'esame ultrasonometrico con sonde fisse a livello del calcagno, per stabilire lo stato di osteopenia o di osteoporosi. Ma l'azione più importante ha riguardato le indicazioni alimentari. Ecco allora un elenco di prodotti ricchi di calcio altamente assimilabile e a basso contenuto di grassi, che il campione del CNR ha utilizzato: alici, calamari, polpo, cozze e mormora tra i prodotti ittici; rughetta, agretti radicchio verde e broccoletti e indivia tra le verdure; pane di segale nella categoria cereali; e poi latte di mucca o capra, yoghurt e a sorpresa anche alcuni latticini: "Non bisogna privarsene del tutto - sottolinea Volpe - perché la ricotta vaccina, quella di pecora e i fiocchi rappresentano un ottimo compromesso tra percentuale di calcio e grasso". Infine va ricordato l'apporto di calcio che può essere garantito da quelle acque minerali e naturali che contengono almeno 150-200 milligrammi di calcio per litro.
Lo studio del CNR, pubblicato ora sulla rivista Clinica Dietologica, rappresenta un tentativo di conciliazione tra le esigenze della salute e quelle della gola: "L'alimentazione - conclude Sotis - rappresenta un aspetto fondamentale della qualità della vita e quindi è sbagliato rinunciare alla gradevolezza, alla varietà e al piacere della buona tavola".
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Roberto Volpe
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