21/12/2006
Con l'attuale Cda "recupero dei tempi", "strumenti normativi idonei", "legalità e trasparenza" dice la relazione della magistratura contabile, appena pubblicata. Ma le criticità non sono del tutto risolte per il "susseguirsi" di troppe "normative di riordino": per questo bisogna "meditare sui tempi di ristagno produttivo" che si avrebbero con un "nuovo riassetto del settore ricerca". Il finanziamento ordinario statale, se attualizzato al valore del '93, dovrebbe essere maggiore di 136 milioni di euro
Lasciare che l'attuale riforma dispieghi i suoi effetti
"Dopo un quadriennio di mancato collegamento fra documenti di programma e bilanci, l'anno 2005 ha determinato, per il Consiglio Nazionale delle Ricerche la svolta di ritorno alla normalità". A sottolinearlo è la Corte dei Conti nella "Relazione sulla gestione economico-finanziaria del CNR per gli esercizi 2004 - 2005 - dove si evidenziano, da una parte, le criticità, non del tutto ancora risolte, provocate dal "susseguirsi troppo rapido di normative di riordino che durano appena il tempo per delineare un nuovo assetto organizzativo, immediatamente dopo travolto dal riordino successivo"; dall'altra parte, si sottolinea l'aspettativa per il compimento della fase aperta con la seconda riforma, in applicazione del decreto legislativo 127/2003, "in cui si dovrebbe completare e razionalizzare l'assetto dell'Ente di ricerca, prima avviato ( con il decreto legislativo n. 19/1999, ndr)". Tale completamento e razionalizzazione - continua la Corte - deve procedere "ordinando gli Istituti per Dipartimenti, secondo specifiche afferenze e riducendone ulteriormente il numero con la ricollocazione di quelli aventi dimensioni non autonomamente gestibili". La Corte, sottolinea, fra l'altro, come "la resistenza a tali operazioni sia stata forte e decisa durante la prima fase 1999/2003, e altrettanto decisa nella fase successiva in atto". Sempre con richiamo alle ultime due riforme - la Corte ha evidenziato, "in forma critica, la sovrapposizione delle attività di riordino, ciascuna delle quali ha impegnato energie e risorse in un arco di tempo lungo sei anni, tre per ciascuna fase, prevalentemente spese in attività preliminari". In questa circostanza, rileva la Corte, "già però si delinea un nuovo riassetto del settore ricerca, mediante il conferimento al Governo degli appositi poteri di delega normativa o di delegificazione, e ciò deve far meditare sui tempi di ristagno produttivo che ogni riforma impone, come si evince dalle due esperienze ultime".
Cominciano a manifestarsi gli effetti positivi
La Corte rileva come, "l'attività posta in essere dagli organi ordinari di amministrazione fin dall'ultimo scorcio del 2004 abbia operato non soltanto in direzione di un recupero dei tempi", facendo in modo che "dal primo giugno 2005 il CNR sia dotato di strumenti normativi interni idonei a garantire il pieno ritmo delle attività istituzionali", ma anche come lo stesso Cda "abbia operato con apprezzabile legalità e trasparenza (...) consentendo di far ricadere l'intera attività contabile 2005 nel nuovo sistema di contabilità (di cui l'Ente si è dotato, ndr), anticipando gli effetti".
"Il Piano triennale del CNR - prosegue la Corte - al momento, rispetta i tre punti nodali dettati dal vigente PNR, così sintetizzabili: a) competitività del sistema produttivo; b) qualità della vita; c ) sviluppo sostenibile. I due Piani triennali ( 2005-2007;2006/2008) costituiscono precisi adempimenti normativi e risultano redatti in forma puntuale procedure definite e contenuti indispensabili per la stesura dei Bilanci preventivi nonché per la guida delle attività gestionali degli anni di riferimento".
La struttura del bilancio dell'Ente, sottolinea la Corte, "è stata profondamente modificata" anche per effetto della componente "significativa, ma instabile, determinata dall'apporto del mercato alla ricerca, pari a euro 106,69 milioni nel 2003, 149,56 nel 2004 e 177,73 nel 2005. Ciò indica la tendenza nuova che si intende far assumere al Cnr, quella non solo di produrre ricerca ma anche di saperla proporre sul mercato, chiedendo apporti sempre più significativi allo stesso, già presenti nella prima riforma e ribadita in quella in atto". "Le esigenze valutative (di efficienza, efficacia ed economicità, ndr) sono state tenute in buona evidenza - continua la Corte - nel nuovo sistema di riordino ( decreto legislativo N,127/2003) in cui si consente, attraverso i piani di gestione, di collegare il conto del bilancio con le attività svolte dai centri di responsabilità, ciascuno dei quali opera in base ad un proprio budget. Nel nuovo assetto organizzativo sono state individuate undici macro-aree corrispondenti ad altrettanti classi di obiettivi cui vanno aggiunte un'area funzionale costituita dall'amministrazione dell'ente ed un'area tematica in cui si colloca la "ricerca spontanea a tema libero"( RSTL). Le unità organizzative delle undici macro-aree sono gli undici dipartimenti, resi recentemente funzionali con la nomina dei direttori. Attraverso tredici unità revisionali di base (UPB) avviene l'effettiva gestione del bilancio. All'interno dei Dipartimenti vengono individuati i progetti, per classi di obiettivi omogenei (...) L'esposizione per funzioni obiettivo ( parte uscite) ha determinato un'occasione per l'ente di dare contezza della ripartizione dei reali costi per ciascuna macro-area e, all'interno, per obiettivi programmatici. E' rilevante la circostanza che ciò avviene in documenti rappresentativi della gestione del bilancio (...). In passato le eventuali esposizioni per attività istituzionali apparivano soltanto quale atto ricognitivo, nel "Report" annuale. Nel caso in esame si determina invece una riconciliazione tra gestione del bilancio e attività istituzionali, con rappresentazione della complessiva situazione gestionale.
Sono stati negli anni pesantemente tagliati i finanziamenti pubblici
Il Finanziamento del Fondo ordinario, se attualizzato, dice la Corte, al fine di conservare pari valore rispetto al 1993, dovrebbe essere maggiore di 136 milioni di euro rispetto ai circa 548 assegnati nel 2005, per un totale, in assoluto, pari a 680 milioni di euro. "Tale situazione lascia poco margine agli investimenti in nuove attrezzature per la ricerca e pochissimo spazio per nuove opportunità a favore dei giovani ricercatori".
Il taglio dei finanziamenti ordinari determina, in particolare, secondo la Corte, una specifica potenziale criticità in quanto questi coprono, con riferimento al 2005, poco più che le sole spese di personale ammontanti a euro 444,43 milioni" che diventano 474,25 milioni ove si comprendano anche "i maggiori costi" derivanti dal rinnovo del CCNL
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