04/01/2005
Lo ha brevettato l'Ispa-Cnr. Ne bastano due al giorno per introdurre circa un miliardo di cellule batteriche in grado di colonizzare l'intestino e renderlo resistente ai batteri patogeni. Il processo lascia inalterate le proprietà organolettiche del prodotto, che risulta quindi assolutamente gustoso
Presto anche noi potremo fare come il mitico Braccio di Ferro. Ma per diventare più forti, anziché fare scorpacciate di spinaci, sarà preferibile mangiare carciofi. O meglio, i carciofi probiotici realizzati dall'Istituto di scienze delle produzioni alimentari (Ispa) del Cnr di Bari. Ne basteranno due al giorno per aumentare la nostra resistenza ai batteri patogeni e per contrastare i principali disturbi gastro-intestinali. "Nei nostri laboratori", spiega Paola Lavermicocca dell'Ispa-Cnr, "abbiamo sviluppato un processo che consente di preparare conserve di ortaggi contenenti probiotici pronti per l'uso. Per ottenerli abbiamo utilizzato due microrganismi selezionati che, oltre ad avere la caratteristica, una volta ingeriti, di aumentare le popolazioni lattiche intestinali apportando benefici alla salute, permettono di conservare il prodotto per circa tre mesi a temperatura ambiente, senza aggiungere grandi quantità di sale".
Attualmente i batteri probiotici sono incorporati prevalentemente nello yogurt e nei derivati del latte, alimenti che possono però provocare allergie o intolleranze; è per questo che la ricerca sta sviluppando prodotti vegetali che consentano l'assunzione di microrganismi benefici attraverso altre tipologie di alimenti. Ma il ricorso a questi cibi ha altri vantaggi: "Il minimo trattamento termico necessario per la preparazione del prodotto", prosegue Lavermicocca, "non altera gli elevati contenuti in fibra alimentare, nutrienti e antiossidanti presenti nel carciofo, che possiede anche un'altra preziosa caratteristica: quella di modulare il carico glicemico della dieta grazie alla notevole presenza di fibre come l'inulina. Anche il sapore, l'aspetto e la consistenza dell'alimento", conclude la ricercatrice dell'Ispa-Cnr, "restano inalterati, rendendone il consumo decisamente gustoso, oltre che salutare".
Il processo sviluppato dall'Ispa-Cnr è stato brevettato ed è applicabile anche alla cicoria, alla cipolla, ai lampagioni, ai funghi e alle olive.
Roma, 4 gennaio 2005
La scheda
Che cosa: sviluppato un processo per la preparazione di conserve vegetali probiotiche
Chi: Istituto di scienze delle produzioni alimentari del Cnr , Bari
Per saperne di più: Paola Lavermicocca, tel. 080/5929356, cell. 349/2704289, e-mail: paola.lavermicocca@ispa.cnr.it
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