Press release

SCOPERTO IL CIPRESSO CHE ADOTTA L'UTERO IN AFFITTO PER SALVARSI DALL'ESTINZIONE

04/07/2001

COMUNICATO N. 73/2001

SCOPERTO IL CIPRESSO CHE ADOTTA L'UTERO IN AFFITTO

PER SALVARSI DALL'ESTINZIONE

Nature pubblica i risultati di una sorprendente ricerca condotta da un gruppo di studiosi italo-francesi dei quali fa parte anche personale dell'Istituto per la patologia degli Alberi Forestali del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Firenze. Una strategia di riproduzione mai segnalata prima tra le piante e che rappresenta con tutta probabilità un sistema di adeguamento naturale al rischio di estinzione del Cupressus dupreziana nel deserto di Tassili N'ajjer in Algeria, dove restano infatti soltanto 231 esemplari, considerati relitti.

La pratica dell'utero in affitto, che sta sollevando enormi problemi di carattere etico in tutto il mondo, ha fatto breccia anche nel mondo vegetale. A fare questa sensazionale scoperta, che riguarda per ora soltanto il cipresso di Duprez, è un gruppo di 4 ricercatori - Paolo Raddi, dell'Istituto per la Patologia degli Alberi Forestali del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Firenze, Sabrina Raddi dell'Università di Firenze, Christian Pichot Inra - Unità di Ricerche sulle Foreste Mediterranee e Mohamed El Maataoui dell'Università di Avignone. I risultati dello studio sono pubblicati su Nature del 5 luglio.

Mentre in generale l'embrione è il risultato dalla fecondazione del gamete femminile e maschile, entrambi aploidi, i ricercatori hanno notato un meccanismo diverso nel cipresso di Duprez: l'embrione, infatti, proviene direttamente dallo sviluppo del granulo pollinico, rimasto diploide. Per verificare questa ipotesi, i ricercatori hanno esaminato oltre 300 ibridi provenienti da incroci controllati tra il cipresso comune (C. sempervirens), impiegato come madre, e quello di Duprez, usato come padre. "L'esame morfofisiologico e quello con marcatori genetici - spiega Paolo Raddi del Cnr di Firenze - ci hanno confermato che gli ibridi da questi incroci sono tutti identici, in ogni carattere esaminato, al padre, ovvero al cipresso di Duprez, avvalorando così l'attitudine da parte del suo polline a generare un embrione diploide su un ovulo di C. sempervirens, che ha in questo caso solo funzioni "di balia".

In alcune specie vegetali si può notare peraltro lo sviluppo da un solo genitore, che finora è stato sempre e solo la madre, di un individuo diploide, fenomeno noto come apomixia materna. Quello del C. dupreziana è invece il primo e l'unico caso dimostrato di apomixia paterna.

Secondo i ricercatori si tratta con molta probabilità di un modo di adeguamento genetico per superare il rischio di estinzione che grava su questa specie. In effetti il numero dei cipressi di Duprez si è ridotto moltissimo nel loro areale naturale, in quanto la riproduzione sessuale tra l'esiguo numero di cipressi di Duprez ha comportato l'aumento di consanguineità e di conseguenza la consistente diminuzione di germinabilità dei semi. In questa situazione, la rinnovazione naturale è inesistente e ciò porta alla inevitabile estinzione. L'apomixia - in questo caso paterna - consentendo la riproduzione senza fecondazione riduce il pericolo di consanguineità e favorisce la conservazione della specie.

Roma, 4 luglio 2001

Per ulteriori informazioni:

Paolo Raddi 3396248224 Ipaf Cnr 055-32882


News a cura dell'Ufficio Stampa

Responsabile Unità Ufficio stampa:
Marco Ferrazzoli
marco.ferrazzoli@cnr.it
ufficiostampa@cnr.it
06 4993 3383