Press release

ARRIVA IL PRIMO ROBOT AL MONDO PER L'AMNIOCENTESI A DISTANZA

22/05/2001

COMUNICATO N.55/2001

ARRIVA IL PRIMO ROBOT AL MONDO
PER L'AMNIOCENTESI A DISTANZA

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche sta per realizzare il primo prototipo di robot in grado di effettuare il prelievo del liquido amniotico anche a distanza.

Non farà grandi sorrisi ma garantirà il massimo livello di sicurezza per la donna e soprattutto per il feto durante l'amniocentesi che, nonostante i progressi compiuti dalla medicina, comporta una percentuale di rischio di abortività totale di 1 ogni 250 prelievi. E' il robot che il Consiglio Nazionale delle Ricerche sta mettendo a punto nell'ambito del Progetto Strategico avviato nel 1997 sulla "Robotica in medicina e chirurgia", il cui primo prototipo al mondo dovrebbe essere pronto alla fine di quest'anno, e che consentirà di avviare immediatamente la fase sperimentale su 20 donne volontarie individuate in tutta Italia.

L'annuncio di questa importante novità nel settore ginecologico è stato dato oggi nel corso del congresso internazionale - The woman and child before, during and after pregnancy - organizzato dal CNR e dedicato alla salute delle donne, in programma sino al 25 maggio prossimo: "La robotica, spiega il prof. Ermelando Vinicio Cosmi, Presidente della Commissione Bioetica del CNR e organizzatore del convegno romano - è destinata a entrare prepotentemente in tutti gli ospedali del mondo, ma per quanto riguarda l'amniocentesi possiamo dire che l'Italia è assolutamente all'avanguardia". Il robot sarà grigio, il colore che disturba meno le puerpere, alto circa un metro e mezzo e apparentemente semplice, in quanto avrà soltanto 6 gradi di libertà, a fronte dei 30 gradi del braccio umano. Ma la sua precisione estrema e la totale assenza di vibrazioni permetteranno di ridurre il rischio delle amniocentesi da 1 su 250 interventi a 1 su 500 o addirittura 1000 e di favorire lo sviluppo della telemedicina, attraverso gli interventi a distanza. Una volta terminata la fase sperimentale ci vorranno ancora una decina di anni per assistere alla diffusione di questo strumento in tutti gli ospedali italiani.

 

 

 

Roma, 22 maggio 2001

 

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