Press release

SENZA ERK1 SI IMPARA DI PIU', SI RICORDA MEGLIO E MIGLIORA LA MEMORIA

29/05/2002

SENZA ERK1 SI IMPARA DI PIU', SI RICORDA MEGLIO
E MIGLIORA LA MEMORIA

Ricercatori del San Raffaele e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) hanno osservato in laboratorio che eliminando un gene migliora la capacità di apprendimento. Pubblicati sulla prestigiosa rivista Neuron i risultati dello studio: si aprono nuove prospettive per la cura di alcune malattie neurodegenerative e psichiatriche.

 

Ricercatori del San Raffaele e dell'Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Roma, in collaborazione con altri centri europei, hanno osservato che i topi, in cui la trasmissione delle informazioni nervose era stata modificata eliminando il gene ERK1, mostravano un'eccezionale abilità nell'apprendere e ricordare compiti procedurali, ad esempio come evitare uno stimolo doloroso.

L'analisi della fisiologia di varie aree cerebrali di questi topi modificati geneticamente ha dimostrato che l'attività nervosa si accentuava in una particolare area del cervello: lo striato.

Lo striato è una parte del cervello coinvolta in un'ampia varietà di comportamenti riconducibili a due aspetti principali: il controllo dell'attività motoria in compiti di apprendimento procedurale, come imparare a guidare l'auto o suonare uno strumento musicale, e la gratificazione legata al cibo, al sesso e alle sostanze psicotrope, come le droghe e alcuni farmaci.

Vincenzo Cestari, ricercatore dell'Istituto di Neuroscienze del CNR di Roma, commenta: "Il cattivo funzionamento dello striato è legato a numerosi disturbi del cervello quali il morbo di Parkinson e di Huntington, ed alcune malattie psichiatriche. I meccanismi biologici e molecolari sottesi al suo funzionamento" - continua Cestari - "sono ancora in gran parte sconosciuti e quindi per molte di queste malattie è ancora difficile, al momento, prevedere interventi terapeutici adeguati."

"Purtroppo al momento il trattamento di questi disturbi, se disponibile, presenta spesso gravi effetti collaterali" - conclude Riccardo Brambilla, ricercatore dell'Istituto Scientifico San Raffaele, docente dell'Università Vita-Salute San Raffaele e coordinatore della ricerca - "ed è essenzialmente legato all'attenuazione dei sintomi più che ad una azione mirata sui meccanismi cellulari e molecolari primari. Questi risultati dimostrano che la manipolazione genetica e farmacologica della via di trasmissione dell'informazione nervosa controllata da ERK1 potrebbe portare ad un miglioramento dell'attività dello striato, aprendo quindi prospettive per la messa a punto di nuove strategie per la cura delle malattie legate al malfunzionamento di quest'area cerebrale."

Lo studio, pubblicato su Neuron, la più importante rivista internazionale di Neuroscienze, è stato realizzato grazie al contributo di Telethon e dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.

 

Roma, 29 maggio 2002

 

Per ulteriori informazioni: Vincenzo Cestari (CNR) 349-8401958

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