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CLIMA: L'EFFETTO-SERRA COSTA ALL'ITALIA 8000 MILIARDI L'ANNO IN FUTURO A RISCHIOANCHE LE NOSTRE COSTE E L'ACQUA DOLCE

27/11/2000

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

Ufficio Stampa

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COMUNICATO N. 58/2000

 

 

CLIMA: L'EFFETTO-SERRA COSTA ALL'ITALIA 8000 MILIARDI L'ANNO IN FUTURO A RISCHIOANCHE LE NOSTRE COSTE E L'ACQUA DOLCE

 

I mutamenti climatici degli ultimi anni, che stanno determinando calamità naturali particolarmente violente, sono destinati a intensificarsi anche in futuro e interesseranno in modo specifico anche il nostro Paese, con costi altissimi in termini economici e di vite umane: secondo Giampiero Maracchi, Direttore dell'Istituto di Agrometeorologia e Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche, si può indicare in 8000 miliardi l'anno, e in un numero imprecisato di vittime, il costo delle esondazioni e delle siccità provocate dall'effetto-serra.

Questo drammatico bilancio degli effetti delle variazioni del clima emerge dai lavori del Convegno nazionale organizzato a Roma, presso il CNR, dalla Commissione Italiana dell'IGBP (Itntemational Geosphere Biosphere Programme), il Programma Internazionale di Ricerca sul Global Change, in corso dal 27 al 29 novembre. Secondo Maracchi la situazione potrebbe tra l'altro ulteriormente aggravarsi a seconda delle decisioni assunte in Asia, dove la crescente urbanizzazione e l'implemento dell'uso del carbone potrebbero contribuire sensibilmente e determinare nuove emergenze climatiche.

Per quanto riguarda il futuro del nostro Paese, il Direttore dell'Istituto sul Clima del CNR sottolinea altri gravi rischi cui potremmo andare incontro. In primo luogo, l'innalzamento del livello del mare potrebbe creare grossi problemi su importanti e rinomate zone turistiche; inoltre l'invasione di acqua salata nelle falde di acqua dolce presenti lungo le coste (soprattutto del medio-alto Adriatico e basso Tirreno) potrebbe avere conseguenze nocive sull'agricoltura e sulla disponibilità di acqua potabile.

Per Maracchi bisogna comunque accettare l'idea che questi cambiamenti vanno ormai considerati, nel breve e medio periodo, irreversibili e che quindi bisogna imparare a convivere con essi, mettendo comunque in atto tutte quelle misure - difesa del territorio, protezione civile, tecniche urbanistiche, ecc - che permettano di costruire una nuova cultura del clima, salvo insistere per ristabilire nel lungo periodo gli equilibri climatici naturali.

 

Roma, 27 novembre 2000

 

 

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