Eccezionale distacco di iceberg in Antartide
Il 7 aprile 2016, dalla piattaforma di ghiaccio del Nansen in Antartide, una imponente massa di ghiaccio delle dimensioni di circa 150-160 kmq si è staccata dando vita a due grossi icebergs. Durante l'ultimo secolo solo altre due volte simili masse si sono staccate dalla stessa piattaforma: una distesa di ghiaccio che si trova appena a Sud della Stazione Italiana costiera Mario Zucchelli.
L'immagine radar catturata dal satellite Sentinel-1A il 6 Aprile, mostra che il giorno prima di recidere definitivamente il fronte di ghiaccio tra Isola Inexpressible (nel nord) e la lingua di ghiaccio Drygalski (a sud), la frattura aveva raggiunto la lunghezza di 40 km. Flavio Parmiggiani, ricercatore dell'Isac-Cnr ha costantemente monitorato la regione Baia Terra Nova con lo scopo di studiare le interazioni tra atmosfera oceano e ghiaccio. Utilizzando una combinazione di immagini di CoSmo-SkyMed e Sentinel-1A, Parmiggiani ha misurato le dimensioni della frattura: "La zona di apertura era ancora trascurabile agli inizi del 2014 (30/1/14), ma tra aprile 2015 (10/4/15) e marzo 2016 (23/3/16) essa si e' rapidamente espansa, passando da 11.68 km2 a 25.87 km2, oltre il doppio, segnalando come il distacco di grossi icebergs fosse oramai imminente". Come già detto, alla fine il 7 di aprile la massa di ghiaccio si è definitivamente staccata dalla piattaforma galleggiante, formando due grossi icebergs che hanno iniziato a muoversi autonomamente. Le osservazioni effettuate con il sensore MODIS collocato sul satellite Terra della NASA ci permettono di collocare questo evento nell'intervallo tra le 03:45 e le 22:55 ore di quel giorno. Una conferma ulteriore dell'avvenuto distacco e' fornita ancher dall'immagine fornita dal satellite Sentinel-1A il 9 di aprile alle ore 11:02. Gli iceberg sono attualmente alla deriva in direzione nord-est, soggetti al vento catabatico, alle maree, e alle correnti. Data l'attuale deriva, sembrerebbe attualmente che gli iceberg non costituiscano una minaccia immediata per le attivita' della stazione estiva italiana Mario Zucchelli e per la stazione permanente coreana Jan Bo Go, situate entrambe nella Baia di Terra Nova a una distanza di una decina di chilometri l'una dall'altra. Tuttavia gli iceberg potrebbero costituire una minaccia per i moorings che sono stati installati nel corso degli anni in quella zona di mare, siano quelli che fanno parte dell'osservatorio marino permanente del PNRA, messi a mare sin dagli anni 90, o quelli piu' recentemente installati da ricercatori marini neozelandesi.
"Il distacco di iceberg dalle lingue e tavolati glaciali che si affacciano sulla costa del continente Antartico è un fenomeno che si ripete regolarmente, ma molto più raro è il distacco di masse di ghiaccio importanti come quelle cui abbiamo assistito nei giorni scorsi. Da quando l'Italia opera nella zona di Baia Terra Nova, cioè dal 1984, questa è la prima volta che si assiste a un evento di queste dimensioni, mentre un evento imponente accadde nel 2000 nel Mar di Ross”, sottolinea Enrico Brugnoli, Direttore del Dipartimento scienze del sistema Terra e tecnologie per l'ambiente del Cnr: “E’ importante notare come oggi, grazie alla copertura spaziale e temporale offerta dai satelliti, sia possibile individuare questi fenomeni, monitorarne l’evoluzione e avere una certezza del giorno in cui il processo di distacco si è completato e la massa di ghiaccio ha iniziato a galleggiare liberamente in mare. I satelliti sono anche di primaria importanza per consentire il monitoraggio costante nei prossimi mesi del movimento e della posizione dei due iceberg formatisi, e quindi poter valutare il loro impatto sulle operazioni nella prossima spedizione Antartica australe del nostro Paese, prevista tra ottobre 2016 e febbraio 2017. Tra i satelliti utilizzati per questa analisi ricordo l’importanza della costellazione di sensori SAR in banda X COSMOskymed lanciata dall'Italia, e di cui è in fase di sviluppo la seconda generazione, una vera eccellenza tecnologica e scientifica nazionale. Grazie alla sinergia fra questi satelliti e i nuovi satelliti Copernicus, Sentinel 1 e Sentinel 2 lanciati recentemente da ESA, i ricercatori del Cnr hanno potuto studiare il fenomeno sin dal suo inizio nel 2013/2014 e, grazie a speciali tecniche di analisi, valutare in termini quantitativi l'area della frattura e il suo lento crescere fino al momento del definitivo distacco".