04/01/2015
Il collega che si trova a bordo della nave Astrolabe, partita dall’Antartide il 26 dicembre e rimasta fino a ieri bloccata tra i ghiacci, ci ha inviato comunicazioni rassicuranti
Corrado Leone del CNR che si trova a bordo della nave Astrolabe, partita dall’Antartide il 26 dicembre e rimasta fino a ieri bloccata tra i ghiacci, ci ha inviato in giornata odierna le seguenti comunicazioni.
“Siamo giunti in mare sicuro e aperto, al 60° parallelo, l’arrivo a Hobart è previsto per la giornata dell’8 gennaio. Stiamo viaggiando a velocità di 12 nodi e la nave, essendo una rompighiaccio, rolla tantissimo, il beccheggio è nell’ordine dei 30 gradi, non a caso viene scherzosamente chiamata Gastrolabe. Qualcuno – non noi italiani che stiamo sopportando tutti abbastanza bene - soffre particolarmente il mal di mare e una dottoressa francese sta effettuando uno studio in merito poiché la Astrolabe per questo tipo di problema è una sorta di laboratorio ideale…
Nei giorni scorsi temevamo di rimanere bloccati ancora a lungo, alla Astrolabe alcuni anni fa capitò di fermarsi addirittura per 40 giorni, ma non avevamo problemi di sicurezza poiché ci trovavamo ad appena 25 km circa dalla costa e disponiamo di un elicottero che ci avrebbe potuto riportare a terra. A bordo, poi, c’è personale di ricerca, quindi persone abituate a restare tranquille anche in situazioni di disagio e a prendere le cose con filosofia: come dicono i francesi ‘c’est l’Antartique’, è l’Antartico e bisogna abituarsi a qualunque evenienza. Semmai il disagio è stato proprio l’inattività forzata per persone che hanno lavorato continuamente, anche in condizioni molto difficili, e poi certo c’è il rammarico di non essere stati con i nostri cari per festeggiare il capodanno. Ora però è tutto alle spalle.
Per lunedì è prevista una perturbazione abbastanza intensa e poi arriveremo al 55° parallelo, il punto di convergenza tra i due oceani, dove c’è sempre mare molto mosso, abbiamo dovuto ‘rizzare’ i bagagli, come si dice in gergo, cioè bloccarli, perché qui vola di tutto. Ma voglio ribadire che non abbiamo alcun problema di sicurezza. Ci vorranno altri 4-5 giorni e poi toccheremo terra e torneremo a casa.
Purtroppo la base francese di Dumont d'Urville da cui partiamo per nave non ha una pista aerea capace di decollare direttamente per Hobart. Certo, la Astrolabe è una nave datata e presumiamo che verrà messa in pensione a breve, non è in grado di reggere le situazioni antartiche più estreme.