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Microinquinanti emergenti (MIE) nelle acque di rifiuto urbane: esperienze italiane e svizzere

Il 21/02/2014 ore 09.30 - 17.00

Politecnico di Milano, Aula Rogers, Edificio 11 - Architettura, Via Ampère 2, 20133 - Milano

Secondo la definizione del network NORMAN, i contaminanti emergenti sono quelle sostanze che, non ancora incluse in programmi routinari di monitoraggio a livello europeo, possono essere candidate ad essere in futuro regolamentate in base alla loro (eco)tossicità, ai loro potenziali effetti sulla salute umana ed ai dati di monitoraggio inerenti presenza e persistenza nei vari comparti ambientali. Si tratta quindi di una definizione dinamica, che porta all’attenzione degli organi di pianificazione e controllo e della comunità tecnico-scientifica sempre nuove sostanze o classi di sostanze, quali farmaci ad uso umano e veterinario, distruttori endocrini, composti perfluorurati ed altri. L’Unione Europea ha recentemente aggiornato la Direttiva sulle sostanze prioritarie nel settore della politica delle acque (direttiva 2013/39/UE), inserendo nel primo elenco di controllo nuove sostanze, quali Diclofenac, 17-beta-estradiol E2, e 17-alpha-ethinylestradiol EE2; per ora al solo fine di raccogliere dati di monitoraggio e agevolare la determinazione delle misure appropriate per affrontare i rischi presentati da tali sostanze.
Tra i diversi Paesi europei che stanno attivando studi e piani di verifica o intervento per il controllo di inquinanti prioritari e MIE, si segnala la Confederazione Elvetica che, grazie all’attività di ricerca dell’EAWAG, ha di recente individuato negli impianti di depurazione delle acque reflue la fonte principale dei MIE e ha selezionato gli impianti su cui intervenire, indicando l’ossidazione con ozono e l’adsorbimento su carbone attivo come soluzioni tecnicamente fattibili ed economicamente sostenibili per la rimozione di tali inquinanti dalle acque reflue. Allo stato attuale, l’Ufficio federale dell’ambiente sta definendo le norme tecniche e le modalità di finanziamento delle nuove opere, che comporteranno per la Svizzera un investimento stimato in circa 1 miliardo di Euro.
Come si collocano l’Italia e l’UE in questo quadro? Avrebbe senso l’applicazione di un modello simile allo svizzero per tutta la UE e, in particolare, per la realtà italiana?

Organizzato da:
Politecnico di Milano-DICA - Sezione Ambientale
CNR-IRSA, Unità Organizzativa di Supporto di Brugherio

Referente organizzativo:
Gianni Tartari
CNR-IRSA, Unità Organizzativa di Supporto di Brugherio
tartari@irsa.cnr.it
039 21694203
Per informazioni specifiche contattare: Dott. Luigi Viganò, vigano@irsa.cnr.it

Modalità di accesso: a pagamento
Iscrizione: 50,00 Euro

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