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Progetto "ROSS": regolarizzazione come opportunità per la società e lo sviluppo sociale

22/06/2020

Il processo di regolarizzazione dei lavoratori agricoli in corso nel nostro Paese presenta diversi aspetti di interesse: è la prima dal 2012, ma l’ottava da quando l’Italia si è dotata - con il testo unico del 1998 - di una politica di migrazione per lavoro. E’ la prima dopo la pandemia e nasce “al fine di garantire livelli adeguati di tutela della salute individuale e collettiva in conseguenza della contingente ed eccezionale emergenza sanitaria”, nonché per “favorire l’emersione di rapporti di lavoro irregolari”, come recita il comma 1 dell’art. 103 del dl 34 /2020 che la ha promosso. E’ inoltre una regolarizzazione, che pur con numerosi limiti del testo, si rivolge, in astratto ad una platea di quasi 690 mila persone (l’11,4% di tutta la popolazione straniera in Italia), che scendono - se si fa riferimento ai soli lavoratori stranieri in nero – a circa 620.000 unità.

L’Istituto di studi giuridici internazionali (Cnr-Isgi), da tempo attento al tema delle migrazioni, sta analizzando il processo nel contesto internazionale, con l’obiettivo di mettere a confronto le fonti e i vincoli normativi derivanti dall’esistenza di normative internazionali ed europee in materia, e fare luce sia sugli effetti economico-sociali sia sulla percezione a livello mediatico e sociale.

“Sia i proponenti che gli oppositori alla regolarizzazione sembrano aver contestualizzato il processo in una dimensione puramente nazionale, senza comparazioni né del testo legislativo, né tantomeno degli effetti che essa dovrebbe comportare per il mercato del lavoro e per l’integrazione degli immigrati, nonché per i risultati che essa dovrebbe avere per la salute pubblica, con analoghe esperienze internazionali rilevanti per l’Italia, sia a livello europeo sia a livello mediterraneo, o considerando le tendenze che emergono nell’Unione europea e più in generale nella comunità internazionale”, afferma Fabio Marcelli, direttore f.f. di Cnr-Isgi. “Tale mancata contestualizzazione implica che l’Italia non ha, purtroppo, saputo trarre significativi insegnamenti dall’esperienza svolta da altri Paesi, mentre l’esperienza italiana, a sua volta, non riesce a varcare i confini nazionali e diventare oggetto di riflessione e “lesson learned” per altri Paesi. Da queste considerazioni nasce la proposta di realizzare una ricerca in diversi Paesi europei a cura di un team internazionale, che metta a confronto la comparazione tra le fonti normative applicabili alla regolarizzazione e l’individuazione dei vincoli normativi derivanti dall’esistenza di normative internazionali ed europee in materia, così come gli effetti economico sociali della regolarizzazione e la sua rappresentazione mediatica e sociale”.

Tale progetto, denominato “ROSS” (Regolarizzazione come opportunità per la società e lo sviluppo sociale) vedrà lavorare il Cnr-Isgi a fianco della rete GREI250 - formata da operatori, ricercatori, avvocati, immigrati e associazioni che operano anch’essi da tempo nel settore - e della rivista-centro studi “Tempi moderni”, che ha curato numerosi studi e pubblicazioni in materia. L’analisi sarà focalizzata su alcuni Paesi dell’UE e del Mediterraneo: Italia, Portogallo, Spagna, Malta, Francia, Marocco e Tunisia. L’obiettivo è di fornire risultati concreti nel giro di due anni, in modo tale da fornire elementi utili alla riflessione e all’azione delle istituzioni pubbliche e delle forze politiche e sociali.

Per informazioni:
Fabio Marcelli
direttore f.f. Cnr-Isgi
fabio.marcelli@isgi.cnr.it