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Gli studi umanistici e l'Europa

28/06/2012

Stralcio dall'intervista rilasciata dal direttore dell'ILIESI-CNR, Riccardo Pozzo, a Emilia Zazza di Rai Edu per la serie "Filosofi". L'intervista complessiva risponde a quattro domande: "Che cos'è l'ILIESI?", "La storia della filosofia interculturale", "Le scienze umane in Europa", "Le Olimpiadi di Filosofia"


Lo stato delle cose per le scienze umane e sociali e del patrimonio culturale in Europa è da allarme rosso. Nell'ottavo programma quadro dell'Unione Europea, Horizon 2020, che sarà finanziato con 83 miliardi di euro, per le scienze umane, a tutt'oggi, non c'è spazio. Lascia molto sperare, però la notizia che il 31 maggio il vertice dei ministri europei della ricerca abbia deliberato di dividere in due l'attuale challenge 6: "Inclusive, Innovative and Secure Societies". Le due nuove challenge si chiameranno: "Europe in a Changing World-Inclusive, Innovative and Reflective societies" e "Secure Societies-Protecting the Freedom of Europe and its Citizens".
Giustamente nota la presidente dello Standing Committee for the Humanities della European Science Foundation, Milena Zic-Fuchs, che una battaglia è stata vinta, ma non ancora la guerra. Infatti occorre che il parlamento europeo ratifichi l'emendamento. Il nuovo challenge 6 non pare raggiungibile senza la conservazione del patrimonio culturale e filosofico europeo e con ciò la valorizzazione dei testi. Nel 2020, il primo incontro di un neofita con le opere di un filosofo avrà luogo dapprima quasi certamente ancora su carta, vuoi attraverso un volume, vuoi attraverso la traccia di un problema. Ma la riflessione sul testo e la soluzione del problema spingeranno il neofita quasi subito a consultare l'internet ovvero qualunque dispositivo d'interfaccia con competenze generaliste o settoriali avrà a disposizione e nel quale avrà fiducia. Immaginiamo ora che il neofita abbia tra le mani gli Eroici furori di Giordano Bruno e che qualcuno gli chieda di dire qualcosa sul concetto di amore intellettuale ovvero intellettivo. Daremmo troppa fiducia a motori di ricerca o enciclopedie come Google e Wikipedia di oggi se ci dicessimo che insomma, il riferimento ai dieci dialoghi dell'opera e la definizione del sintagma in tre righe saranno sufficienti alla cultura europea del 2020. Perché se così sarà, la tanto decantata identità intellettuale europea sarà completamente persa, visto che nemmeno i cervelli freschissimi dei neofiti d'Eurolandia saranno in grado di leggere un testo in modo lineare e dovranno accontentarsi degli spizzichi e dei bocconi che i motori di ricerca metteranno loro sul tavolo.
Occorre pensare una strategia di lettura che non si abbandoni a quel che sembra essere il destino ineluttabile della decontestualizzazione dei testi e dei frammenti , ma sia in grado di proporre un vero equivalente della lettura seria e profonda di un testo lineare completo dai frammenti che spinga verso il testo lineare completo. Una delle più importanti sfide della ricerca storico-filosofica di oggi consiste dunque nel fare in modo che il neofita del 2020 non abbia a disposizione solo i frammenti che ricaverà dai motori di ricerca, ma trovi naturale e utile possa invece leggere gli Eroici furori dall'inizio alla fine oltre che su carta su supporto elettronico; e questo avrà luogo non sull'internet, ma su quelli che ora chiamiamo libri elettronici. Idealmente, il libro elettronico che il neofita andrà a leggere non comprenderà solo Bruno, ma un sistema intertestuale di testi limitati solo dalla intersezione delle esigenze composte di ricerca filologica, imprenditoria e, naturalmente, del lettore. In conclusione, un ebook conterrà un'edizione dinamica dell'intera edizione nazionale (scritti latini e italiani) del filosofo rinascimentale con tutti gli aggiornamenti e quelli a venire.

Riferimenti: riccardo.pozzo@cnr.it, www.iliesi.cnr.it