22/09/2023
Il mondo della ricerca è per definizione una delle principali fonti di innovazione, che si tratti di ricerca di base o di ricerca applicata. Sul tema è intervenuta la Presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza in un'intervista pubblicata su "Energia Ambiente Innovazione", il magazine di Enea: in essa, la Carozza delinea potenzialità e criticità del sistema italiano.
«L’Italia è un paese innovatore moderato, ciò significa che il nostro ecosistema non riesce a tradurre le competenze e le ricerche sviluppate in innovazione e in nuovi prodotti e mercati. Sicuramente un maggiore investimento in ricerca fondamentale può essere importante perché la disruptive Innovation oggi si basa sulle competenze e sulla scienza di base, ma mancano fondi di investimento e capitale paziente per affrontare progetti di accelerazione ad alto rischio. In Italia e in Europa non abbiamo la cultura del rischio e dell’investimento in leadership emergenti e giovani, per questo il processo di traslazione della ricerca è meno efficiente».
Non mancano esempi virtuosi in cui l'Italia - e con essa il Cnr - eccelle: tra questi, la Presidente cita lo sviluppo dell'infrastruttura europea European Open Science Cloud (Eosc); il ruolo preponderante dell'Italia nella costruzione del reattore Iter; la nascita del National Biodiversity Future Center (NBFC) dedicato alla tutela dell’ambiente e della biodiversità; il coordinamento del Cnr nell'ecosistema italiano dell'Intelligenza Artificiale. Progetti il cui successo non potrà prescindere da una profonda interazione con la comunità scientifica mondiale: «Il progredire della conoscenza dipende anche dalla capacità di interazione e scambio con colleghi di tutto il mondo: in questi mesi abbiamo conosciuto e siamo entrati in contatto con realtà europee ed extra europee con le quali diventa strategico collaborare in un contesto globale di spinta all’innovazione: penso ad esempio, tra i nostri vicini più prossimi, al Cnrs – il nostro ente omologo francese- e al Max Planck, due istituzioni che propongono anche modelli organizzativi più snelli dal punto di vista amministrativo-gestionale. Ma la strada verso una maggiore cooperazione internazionale è proseguita anche tramite canali diversi, non meno rilevanti».
Per informazioni:
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