22/08/2022
Cibernetica e Governo hanno la stessa radice, come insegna l'inventore del termine, Norbert Wiener. Per questo, l'innovazione è come una medicina: non è né buona né cattiva, ma dipende da come viene usata. E' quanto emerso dal confronto fra la presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Cnr, Maria Chiara Carrozza, il sociologo Mauro Magatti e il presidente emerito della Camera e presidente della Fondazione Leonardo, Luciano Violante, nel corso del panel "Cybersocietà e civiltà dell'uomo", organizzato al Meeting di Rimini sabato 20 agosto.
Qual è lo spazio di libertà che la cibernetica lascia all'uomo e quanto le macchine possono sostituirsi all'uomo? «Automazione non è sinonimo di comprensione», ha affermato la presidente, annunciando la partenza di importanti partenariati di ricerca sul fronte dell'innovazione. «Comprendere la transizione digitale è una sfida. C'è in gioco l'integrazione tra naturale e artificiale: l'intelligenza umana è ancora un mistero. Il Pnrr permetterà partnerariati con progetti di ricerca sull'intelligenza artificiale e le nuove telecomunicazioni. L'Italia potrà così diventare protagonista a livello internazionale».
Per Magatti «dobbiamo guardare alla tecnologia come Socrate e Platone suggerivano di guardare alla tecnica: come ad una medicina». Rimane il tema, puntualizzato da Violante, di quanto la cibernetica a sua volta influenzi l'uomo, richiamando l'importanza per lo stesso di recuperare spazi di autonomia, soprattutto di pensiero, rispetto alla dipendenza dalla tecnologia.
Carrozza ha ribadito anche l'importanza dell'interdisciplinarietà per l'educazione digitale: «Occorre una grande riforma della scuola, senza barriere. Non si può separare la biologia dalla matematica. Ed è necessaria una grande opera di formazione degli insegnanti».
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