Intervento della Presidente

L'ambiente nella Costituzione, una riforma importantissima per salvaguardare gli ecosistemi e tutelare la biodiversità

09/02/2022

I commenti di Maria Chiara Carrozza e di Fabio Trincardi
I commenti di Maria Chiara Carrozza e di Fabio Trincardi

La votazione favorevole della Camera sulla riforma degli articoli 9 e 41 della Costituzione crea finalmente il presupposto di un intervento organico per la tutela della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali ed è una vittoria del mondo della ricerca scientifica, delle associazioni ambientaliste, delle giovani generazioni che hanno combattuto e lavorato da anni su questo obiettivo.

«E’ molto importante il fatto che la modifica all’art. 9 la tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali sia ora declinata "anche nell’interesse delle future generazioni", perché è soprattutto ai giovani e alle giovani che dovremo restituire il Pianeta in condizioni ancora migliori di quelle in cui lo abbiamo ricevuto dalle generazioni che ci hanno preceduto», commenta la presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Prof. Maria Chiara Carrozza. «In base alla modifica dell’art. 41 della Costituzione, inoltre, lo svolgimento della iniziativa economica privata non può svolgersi "…in modo da recare danno alla salute, all’ambiente". Occorre quindi creare le condizioni affinché questo principio possa essere applicato», continua la presidente del Cnr «rafforzando la visione dell'iniziale formulazione costituzionale sulla tutela del paesaggio, uscendo dalla visione meramente antropocentrica dell’ambiente, incentivando la nostra economia e la gestione del territorio a una strategia di piena sostenibilità». 

«E’ ora necessario riflettere anche sulla molta parte del patrimonio di biodiversità e ambientale che stiamo erodendo costantemente, con i nostri comportamenti e con le scelte di consumo, e che non sono immediatamente visibili: pensiamo per esempio ai fondali marini che stiamo impattando con scarichi inquinanti e altre attività come la pesca fantasma; oppure alle vette montane e alle aree estreme dove gli effetti antropici sono rilevanti. Dobbiamo educarci a vedere anche la parte di Pianeta che, un po’ come il lato oscuro della Luna, non abbiamo sotto i nostri occhi tutti i giorni», conclude Fabio Trincardi, direttore del Dipartimento di scienze del sistema Terra e tecnologie per l'ambiente del Cnr.

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