12/08/2021
Per Maria Chiara Carrozza, presidente Cnr, non ci sono dubbi. La vera sfida dei prossimi anni è guidare lo sviluppo avendo cura di non inquinare l’ambiente. «La competenza sarà utile per trasformare la nostra rivoluzione industriale e tecnologica, eliminando l’impatto sull’ambiente. Finora la crescita è sempre stata sinonimo di inquinamento. Ora è la prima volta che una rivoluzione industriale va verso la sostenibilità».
Così ai microfoni di SkyTg24, intervenendo in diretta, insieme al presidente del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc), Antonio Navarra, per commentare l’ultimo rapporto Ipcc a cui hanno offerto il contributo anche tre ricercatori del Cnr-Isac.
I cambiamenti climatici non sono mai stati così rapidi come negli ultimi anni. Un vero e proprio campanello di allarme, anche volendo considerare gli scenari più ottimisti, che preoccupa gli scienziati. Tuttavia, modelli climatici sempre più precisi e uno sviluppo sostenibile, costituiscono la chiave di volta per superare, finchè ancora in tempo, i rischi lanciati dagli esperti.
«Il Cnr da anni ha istituti di ricerca orientati sia al monitoraggio del cambiamento climatico sia allo studio e alla modellistica, per l’anticipazione di quello che verrà», dichiara Carrozza che sottolinea come il rapporto Ipcc fornisca le basi per poter elaborare politiche che agiscano sul mutamento dei nostri comportamenti e ammette la necessità di compiere azioni nell’immediato, anche drastiche, pena l’irreversibilità.
«In questo campo la prima cosa da fare è misurare. Misurare le temperature, la composizione dell’atmosfera, il mare, distribuendo in tutto il pianeta infrastrutture di ricerca che permettano di fornirci i dati. Poi occorre elaborare questi dati e sviluppare dei modelli di anticipazione di quello che avverrà», precisa Carrozza.
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