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Comprendere l'universalità dei colori. Verso un'analisi statistica

La categorizzazione dei colori nei vocabolari umani costituisce un banco di prova cruciale per le teorie sull''evoluzione linguistica. Il cuore del dibattito è la formazione delle categorie linguistiche: la loro comparsa è dovuta a condizionamenti ambientali e/o vincoli neuro-biologici, o piuttosto dalla complessa dinamica di interazione linguistica tra individui? Lo studio empirico dei nomi di colore mostra l''esistenza di pattern universali, ripetuti nei vari linguaggi, celati da discrepanze superficiali: questo suggerisce una conclusione intermedia tra le due visioni estreme citate in precedenza. I dati più importanti provengono dal famoso World Color Survey (WCS, sondaggio mondiale sui colori), uno studio sul campo in cui dei gruppi di individui provenienti da più di cento diverse popolazioni sono stati sottoposti a delle interviste secondo un preciso protocollo, in modo da tracciare i "confini" (nello spettro luminoso) tra le categorie di colore nei vari linguaggi di provenienza. Questa ricerca ha mostrato che alcune proprietà universali, ricorrenti nei vari gruppi linguistici, possono essere identificate dall''analisi statistica su un grande numero di popolazioni. Noi ci siamo chiesti: è possibile concepire un modello dinamico in cui un gruppo di individui (una popolazione) crea un semplice linguaggio, da zero, convergendo ad un accordo su un piccolo dizionario di nomi di colori, con lestesse proprietà statistiche osservate nel WCS? Nella nostra ricerca, siamo in grado di riprodurre il WCS in un modello numerico in cui le diverse popolazioni sviluppano indipendentemente il proprio sistema di categorizzazione, attraverso delle sequenze di giochi linguistici elementari. Troviamo anche che un semplice vincolo percettivo, cioè la cosiddetta Differenza Appena Percettibile (JND, Just Noticeable Difference) è sufficiente a far emergere l''universalità statistica che delle interazioni prive di vincolo non potrebbero riprodurre. La JND per i colori è una proprietà fisiologica dell''occhio umano e rappresenta l''abilità di distinguere diversi toni di colore ad una data frequenza: è più o meno la stessa per tutti gli individui umani. Abbiamo confrontato i risultati dei nostri esperimenti numerici con i dati reali, ripetendo l''analisi statistica proposta per quantificare l''universalità nel WCS [Kay P & Regier T. (2003) Proc. Natl. Acad. Sci. USA 100: 9085 e otteniamo un accordo eccellente, anche quantitativo. Questo lavoro conferma la maturità dell''approccio statistico/analitico ispirato ai modelli fisici e la sua capacità a contribuire al dibattito nelle scienze cognitive.

Autori: A Baronchelli, T Gong, A Puglisi and V Loreto

Titolo: Modeling the emergence of universality in color naming patterns

Rivista: Proc. Natl. Acad. Sci.

Anno: 2010

Riferimenti bibliografici: USA 107 (2010), pp. 2403-2407