Il "paesaggio" funerario etrusco di Norchia (Viterbo, Italia): un progetto multi-variato in difesa del patrimonio culturale
La necropoli di Norchia, nell'area di Viterbo (80 Km a Nord di Roma), con le sue tombe rupestri, è uno dei più importanti siti archeologici dell'Etruria meridionale. Si tratta di un impressionante e raro esempio di architettura rupestre, uno dei meglio conservati in Italia, paragonabile alle tombe rupestri di Kaunos e Demre nell'antica Caria e Lycia (nella attuale Turchia). La città di Norchia si trova sull'antica Via Clodia, approssimativamente a metà strada tra Blera e Tuscania, nel punto di intersezione con un'antica strada etrusca che conduceva da Tarquinia ad Orvieto. L'insediamento etrusco si trovava probabilmente nella parte centrale del pianoro. Il periodo più florido della città fu tra la fine del IV e la metà del II sec. a.C., un periodo durante il quale certamente appartenne allo stato di Tarquinia. Un imponente ed impressionante numero di tombe rupestri che si datano al IV sec. a.C. sono state rinvenute nelle tre vallate del Pile, dell'Acqualta e del Biedano, che circondano la città. Lungo il "Fosso dell'Acqualta" (Fig. 1) le tombe rupestri a tempio hanno facciate che imitano quelle di un tempio dorico con frontoni, fregi, protomi ed acroteri scolpiti nel tufo. Grazie ai disegni di Canina del 1842 e di Ainsley del 1849 sono noti non solo le decorazioni originali, ma anche lo stato di conservazione dei due monumenti nel diciannovesimo secolo. Ciò è di rilevante importanza se consideriamo il cattivo stato di conservazione dei monumenti al giorno d'oggi. Le tombe si distribuiscono su diverse terrazze raggiunte da sentieri tortuosi che salgono dalla valle. Nella terrazza superiore sono le tombe monumentali; nella terrazza centrale le tombe a dado, mentre nella terrazza inferiore, le tombe più modeste. Il progetto attualmente in corso presso l'Istituto per gli Studi sulla Civiltà Italica e Mediterraneo An- tico (ISCIMA), in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale e la Società Geografica Italiana con il patrocinio del Dipartimento Patrimonio Culturale del Consiglio Nazionale delle Ricerche italiano, ha inizialmente previsto lo studio completo delle tombe scavate nel periodo 1971-1974 lungo il "Fosso del Pile" (a sud-est della città), nella zona centrale, conosciuta come Pile B (Fig. 2), e di tutti i reperti archeo- logici in esse rinvenuti, ma si è successivamente ampliato per includere la stratificazione archeologica, storica e territoriale dell'intera provincia di Viterbo. Grazie a fotografie scattate al momento dello scavo, può essere infatti ricostruito il paesaggio, che è notevolmente peggiorato nel corso del tempo. È ben noto che la necessità di promuovere gli studi geo-ambientali per conservare e salvaguardare il patrimonio archeologico sia oggi in Italia sempre più urgente se il prezioso patrimonio culturale e ambientale del paese deve essere protetto. Lo scopo di questa ricerca multi-variata è quello di proporre metodi e strumenti innovativi necessari per la conservazione, la manutenzione e la valorizzazione del sito. Si spera che, a seguito di questi studi e con la sinergia di diversi esperti, si possa portare a compimento la ricostruzione della necropoli del- l'antico sito di Norchia.
Autori: Laura Ambrosini
Titolo: The rock-cut tombs of the necropolis of Norchia (Viterbo - Italy): an important example of ancient architecture that must be preserved
Rivista: in A. Ferrari (ed.), Proceedings of the 4th International Congress "Science and Technology for the Safeguard of Cultural Heritage of the Mediterranean Basin", Cultural Heritage - Cairo. 2009, Cairo, Egypt 6th - 8th December 2009
Anno: 2010
Riferimenti bibliografici: Vol. II, Napoli (2010), pp. 217-223