Un approccio innovativo per ridurre la durata dei processi
L'Italia è tristemente nota per la durata eccessiva dei procedimenti giudiziari, un elemento che mina in profondità la convivenza civile e che inibisce lo sviluppo economico. Finora le soluzioni tentate per risolvere l'annoso problema sono state quasi esclusivamente di tipo normativo e non hanno mai prodotto gli effetti sperati. Questo studio di caso in un ufficio giudiziario italiano di media dimensione, mostra come un approccio innovativo, già sperimentato con successo negli Stati Uniti, può contribuire a una significativa riduzione dei tempi dei processi. In particolare, l'attività di analisi e gli interventi proposti si concentrano sull'organizzazione dell'ufficio giudiziario e su un'applicazione normativa attenta sia alle imprescindibili garanzie processuali sia alle necessità di efficienza e di durata ragionevole del procedimento. Una decisione di qualità del giudice non può prescindere da una sensibilità sui tempi nei quali viene resa, nella consapevolezza che una «giustizia ritardata è una giustizia negata». La definizione di standard di durata, il monitoraggio costante delle attività svolte in relazione ai carichi di lavoro, l'introduzione di strumenti di caseflow management e una maggiore responsabilizzazione del giudice e degli avvocati nella conduzione delle varie fasi processuali, sono solo alcuni degli elementi indicati dalla ricerca. Su questi aspetti occorrerebbe investire per avere anche nel nostro paese una giustizia in tempi ragionevoli, così come previsto dall'art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e dall'art. 111 della nostra Costituzione secondo il quale: «Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata».
Autori: D. Steelman e M. Fabri
Titolo: Can an Italian Court Use the American Approach to Delay Reduction?
Rivista: The State Justice System Journal
Anno: 2008
Riferimenti bibliografici: vol. 29, n. 1, 2008, pp. 1-23