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L'interazione fra individui porta alla riduzione del numero dei colori

I giapponesi chiamano «ao» il verde del semaforo, che in italiano si traduce blu. Il numero dei colori varia da lingua a lingua, in maniera casuale, con deboli correlazioni. È strano che ci siano poche parole - da cinque a dieci - per indicare uno spazio percettivo molto ampio (centinaia di tonalità) privo di forti discontinuità, sia come distribuzione ambientale, sia nelle nostre capacità percettive. Abbiamo cercato un meccanismo in cui, partendo da un vocabolario vuoto, se ne ottiene uno fatto di colori simile a quello umano. L'unico meccanismo noto ad oggi, il category game, simulato su un calcolatore, sfrutta la complessità emergente nell'interazione di un grande numero di individui: si tratta di una lunga sequenza di giochi linguistici proposti a coppie di individui scelti a caso. In un gioco un individuo indica uno tra i colori possibili, usando la parola migliore che conosce, e il suo compagno deve indovinare con il proprio vocabolario.  Il successo o il fallimento determina un'evoluzione dei vocabolari. In casi ambigui i giocatori inventano parole nuove. Un individuo isolato inventerebbe un numero infinito di parole, ma l'interazione tra individui porta ad una sorprendente riduzione del numero di colori. In popolazioni abbastanza grandi, la simulazione si arresta con un numero di colori simile a quello umano. Uno studio recente dimostra che l'introduzione di un ingrediente biologico umano, riproduce con estrema precisione le correlazioni osservate negli studi sulle lingue umane.

Autori: A. Puglisi, A. Baronchelli e V. Loreto; A. Baronchelli, T. Gong, A. Puglisi e V. Loreto

Titolo: Cultural Route to the Emergence of Linguistic Categories; Modeling the Emergence of Universality in Color Naming Patterns

Rivista: Proc Natl Acad Sci; Proc Natl. Acad. Sci.

Anno: 2010

Riferimenti bibliografici: USA, 105, 7936 (2008); USA 107, 2403 (2010)