Dagli Highlights

Una disciplina recente e in continua evoluzione

La voce «Archeologia e società dell'informazione», pubblicata nel I volume (Norme e idee) della nuova Enciclopedia XXI Secolo dell'Istituto Treccani, illustra le principali fasi di sviluppo di una disciplina recente e in continua evoluzione, l'informatica archeologica, che affonda le sue radici negli anni Cinquanta del XX secolo e che nel nuovo millennio affronta sfide avvincenti nel più ampio scenario dell'integrazione tra archeologia e società dell'informazione nell'era della globalizzazione. Una rassegna delle principali metodologie d'indagine illustra percorsi scientifici alternativi, che testimoniano la profonda incidenza dell'informatica sulle metodologie tradizionali dell'archeologia. Se nel tempo le applicazioni si consolidano eprendono vie innovative (dalle banche dati ai sistemi multimediali, dalla cartografia numerica ai Sistemi Informativi Geografici, dalla grafica computerizzata al trattamento delle immagini e alla Realtà Virtuale), le aspettative più stimolanti per il futuro sono oggi legate allo sviluppo di strumenti di gestione della conoscenza e alla filosofia stessa del web, basata sulla decentralizzazione e l'interoperabilità. Al contempo, grazie alla miniaturizzazione e alla portabilità delle strumentazioni, prosegue incessante l'evolversi delle tecniche di ausilio all'acquisizione e alla localizzazione della documentazione archeologica in una ricostruzione del passato tutta digitale. La voce è il frutto di un impegno trentennale che ha portato alla definizione all'interno del CNR di un nuovo settore di ricerca dedicato all'informatica archeologica e che ha trovato un punto di riferimento stabile nella pubblicazione della rivista Archeologia e Calcolatori, giunta oggi al ventesimo numero nella nuova veste di Open Access Journal, che si affianca a quella tradizionale. 

Autori: P. Moscati

Titolo: Archeologia e società dell'informazione

Rivista: XXI Secolo, vol. I, Roma 2009, Istituto della Enciclopedia Italiana

Anno: 2009

Riferimenti bibliografici: pp. 621-630