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Crioconservazione e crioterapia in Vitis vinifera L.

La vite è una delle specie vegetali economicamente più importanti tanto che, a livello mondiale, occupa più di 10 milioni di ettari. Numerose sono le varietà, di cui molte a rischio di estinzione. Per evitare l'erosione genetica è necessaria la conservazione del germoplasma sia in situ, sia ex situ cioè in campi collezione e soprattutto mediante colture in vitro che consentono di limitare lo spazio necessario. Nelle colture in vitro la riduzione di crescita è ottenuta o diminuendo la quantità di O2 disponibile o riducendo la temperatura che può essere combinata con un decremento o annullamento di intensità della luce. Un metodo di conservazione in vitro economico, sicuro, che richiede poche attrezzature e poca manutenzione è la crioconservazione in azoto liquido (LN) a temperatura di -196°C, la cui sperimentazione è da noi iniziata nel 2000. Essa, bloccando le divisioni cellulari ed i processi metabolici del materiale vegetale utilizzato (sospensioni cellulari, calli, apici vegetativi, embrioni somatici) ne favorisce la conservazione, senza alterarlo o modificarlo, per un periodo di tempo illimitato. Tuttavia i materiali impiegati hanno alto contenuto in acqua e sono sensibili ai danni da congelamento: le cellule perciò devono essere disidratate. Le strategie di crioconservazione da noi adottate comprendono le tecniche di vitrificazione e di incapsulamento-disidratazione. Quest'ultima usa il saccaroso come crioprotettore e flusso d'aria o silicagel per la disidratazione, mentre palline di alginato forniscono protezione durante questa fase. La tecnica di vitrificazione è basata sull'uso, a bassa temperatura, di crioprotettori chimici quali dimetilsulfossido (DMSO), etilenglicole e propilenglicole. La crioconservazione inizia ad essere utilizzata per l'eliminazione di virosi: infatti le malattie virali, tra cui il complesso del legno riccio Rupestris Stem Pitting (RSP), causato da diversi virus e diffuso in quasi tutte le regioni del mondo viticolo, costituiscono uno dei maggiori ostacoli per lo sviluppo e la produttività delle piante. Tale complesso causa seri danni: infatti le viti infette mostrano minore vigore nella crescita, la schiusura delle gemme è ritardata e le piante possono morire in pochi anni. Fino ad oggi la coltura di meristemi e la termoterapia sono stati i metodi più utilizzati per ottenere piante sane. Tra gli obbiettivi della sperimentazione in corso, che ha già conseguito buoni risultati nella conservazione di embrioni somatici, vi è quello di utilizzare la crioconservazione di apici vegetativi per saggiare la possibilità di risanamento dalle virosi. Sul risanamento è stata formulata l'ipotesi che in seguito al trattamento a -196°C muoiano le cellule più grosse con grandi vacuoli, situate negli strati interni dell' apice e già infette, e sopravvivano cellule piccole con citoplasma denso, localizzate negli strati più esterni, che riescono a sfuggire l'infezione da parte dei virus.