Focus

La transizione energetica




La crescita delle attività produttive, che è avvenuta negli ultimi due secoli e che ha consentito di accrescere considerevolmente la quantità di beni e di servizi a disposizione, è derivata soprattutto dai cambiamenti che vennero introdotti nel sistema energetico fra Sette e Ottocento. Proprio questi cambiamenti vengono di solito indicati con l'espressione di transizione energetica. Essi comprendono due trasformazioni importanti:
1. l'uso delle nuove fonti fossili;
2. lo sfruttamento di queste fonti per mezzo di macchine.
Nel XVIII secolo le economie di tutto il mondo utilizzavano ancora quelle fonti di energia che si erano affermate all'epoca della rivoluzione agraria del Neolitico. Esse consistevano nello sfruttamento dei terreni con l'agricoltura, nell'uso della forza degli animali, nell'impiego del fuoco -già noto da mezzo milione di anni- nella metallurgia, nella diffusione della nave a vela come mezzo di trasporto. La disponibilità di forza meccanica era assai limitata.
Il primo grande cambiamento che dette origine alla transizione energetica fu rappresentato dallo sfruttamento su ampia scala del carbon fossile. Si trattava di una sorta di "foresta sotterranea", come già notò qualche contemporaneo, che si era formata milioni di anni prima.
Se l'uso delle fonti fossili si fosse limitato al riscaldamento e alla metallurgia, come era accaduto per la legna in tutte le civiltà precedenti, le attività economiche se ne sarebbero avvantaggiate solo marginalmente. Il secondo grande cambiamento che si verificò fra Sette e Ottocento fu costituito dall'utilizzazione dei nuovi combustibili per generare movimento per mezzo di macchine.
A queste prime trasformazioni, tante altre seguirono. Basti ricordare l'introduzione del petrolio, del gas naturale e dell'elettricità. Il bagaglio delle conoscenze tecniche relative all'energia si è accresciuto enormemente negli ultimi due secoli. L'uso delle fonti fossili di energia ha consentito di aumentare continuamente il prodotto, a una velocità superiore all'aumento della popolazione. Nel far questo esso ha modificato l'ambiente in una misura tale da rendere sempre più precario l'equilibrio ecologico e sempre più preoccupanti le prospettive per la sostenibilità. Si tratta di un pericolo che minaccia le generazioni future. L'altro pericolo è costituito dal progressivo esaurimento delle risorse energetiche fossili. Al momento non si conoscono altre fonti energetiche in grado di sostituire quelle che si vengono esaurendo e sostenere i livelli di attività economica raggiunti.
Una ricerca internazionale (Energy, Growth, Pollution), a cui l'Istituto partecipa, intende ricostruire, in termini quantitativi, i consumi di energia di alcuni paesi europei (Svezia, Inghilterra, Spagna, Austria, Germania, Italia) nell'Otto e Novecento in modo da individuare le tendenze dei consumi energetici in una prospettiva di lungo periodo.